POVERA BRINDISI – Il vecchio che avanza ed il fetore che emana

Mentre avanzano pericolosi personaggi  senza nessun mandato popolare –ed anzi: già bocciati dalla storia (loro e la di loro fecale ideologia), dalla città, dalla giustizia- è sempre bene ricordare chi, invece, ha operato in modo cristallino, disinteressato, onesto e per l’autentico bene della nostra Città.

BRINDISI - FOTO DI COSIMO DE MATTEIS

 

“Il problema non è chi inaugura il nastro, ma chi mette in moto un meccanismo. Noi certe cose le abbiamo avviate, ma senza pensare a chi avrebbe un giorno avrebbe fatto l’inaugurazione. Se non fosse così, non si farebbe nulla. Ognuno fa la sua parte.

I riconoscimenti sono postumi. Io, sotto questo aspetto, mi sento a posto. Abbiamo condotto sette anni di amministrazione senza andare a finire dove questa città era finita. Spero che nessuno lo dimentichi.

Come sempre, sarà la storia a dire l’ultima parola. Di una cosa sono certo, ci siamo sforzati di immaginare una città che finalmente rispondesse agli interessi di se stessa, e non di qualcun altro.”

Domenico Mennitti (1939-2014) –  Intervista del luglio 2013

“Un’altra idea del Mezzogiorno” – Lunedì 10 Domenico Mennitti presenta a Brindisi il suo nuovo libro

Libro “Un’altra idea del Mezzogiorno”, domenico mennitti, istituto studi meridionali, lunedì 10 dicembre 2012, grande albergo internazionale, presentazione del nuovo libro di mennitti, Lunedì prossimo 10 dicembre alle ore 11.00 presso il Grande Albergo Internazionale a Brindisi, Domenico Mennitti presenta alla stampa il suo nuovo libro “Un’altra idea del Mezzogiorno” promosso dall’associazione culturale Istituto Studi MeridionaliIl saggio di Mennitti (con Prefazione di Mauro Mazza) indaga la condizione del Sud col metodo dell’analisi storica ripercorrendo per periodi luci e ombre, successi e fallimenti, di governi e modelli di sviluppo. Il lavoro offre uno sguardo informato e rigoroso puntato sul futuro, sulle prospettive di un Meridione che ha tutte le risorse per non essere più soggetto di una “questione” ma artefice consapevole di un tempo nuovo.

 Ecco un’anticipazione sui contenuti del libro:


La “questione meridionale”, relegata per alcuni anni in un cono d’ombra soprattutto a causa della pressante polemica alimentata dalla Lega, ha riguadagnato il centro della scena. La crisi economica ha accentuato le disuguaglianze presenti nel nostro paese, dilatandole sino a determinare la Svimez a valutare, nel suo rapporto annuale, che allo stato delle cose occorrono 400 anni perché il Sud possa raggiungere il livello di vita civile, di benessere, di cultura, di occupazione riscontrabili al Nord.

A parte la considerazione che si propone ai meridionali un traguardo irraggiungibile, perché presuppone la crescita – sia pure lenta – del Sud e il blocco totale dello sviluppo del Nord, in effetti previsioni di così lungo periodo danno la sensazione di un gioco accademico.

Sono di diversa natura gli interventi necessari, partendo dalla consapevolezza che la partita decisiva non si gioca più in casa, all’interno dei singoli Stati, ma sul terreno europeo, dove l’Unione ha compiuto un percorso rilevante, nonostante la difficoltà di superare i vecchi schemi della sovranità, attribuendo all’esecutivo continentale un ruolo che non è più solo di indirizzo, ma pure di decisione. C’è ormai di fatto una cornice istituzionale dentro la quale si svolgono rapporti di natura politica.

Basta considerare quanto incide la decisione di inserire nella Costituzione di tutti i paesi membri l’inderogabilità del pareggio di bilancio e la uniformità delle operazioni di scambio. Mai nella storia unitaria del paese, come da trent’anni a questa parte, i fattori degenerativi delle politiche nazionali hanno così largamente coinciso con le tare tradizionali del Sud. La “questione meridionale” esiste e il silenzio non è una cura. Proviamo a ripartire?


Istituto Studi Meridionali
Brindisi

si fa presto a dire “destra”

Ho già parlato della grossolana e superficiale lettura di quelle che sono, al momento, le annunciate candidature a Sindaco di Brindisi. E senza escludere la malafede (che purtroppo esiste) bisogna dire che gli schemini (anche grafici) utilizzati dalla piu parte dei mezzi di informazione locale non sono esatti. Non si può ascrivere tout court alla “destra” una candidatura senza aver esaminato il pedigree politico, le alleanze in corso (tanto per intenderci: il c.d. movimento salento, che vorrebbe Brindisi assimilata a cutrufiano e strudà e tutte sotto lecce, è noto che “flirta” –con tanto di reciproci complimenti e congratulazioni- con quel partito delle aziende di cui poco si sa) ed appunto i progetti che portano avanti senza trascurare le motivazioni, anche personali, che sono la scaturigine di dette candidature.

E’ antipatico entrare nello specifico (e, oltretutto, sarebbe pubblicità gratuita a liste, obiettivamente, minori presenti solo decoubertianamente) epperò come si fa a dire –come è stato detto e scritto!- che a Brindisi il centrodestra si presenta diviso con quattro(sic) candidati diversi?

Io spero che chi ha scritto ciò (più di uno, peraltro) arrosisca ora se mi legge. E siccome, come ho già detto, non bisogna considerare che malafede e menzogna non esistano, è facile giungere alla conclusione che faccia comodo alla sinistra brindisina (spaccata realmente, litigiosa ed effettivamente divisa in quattro candidati, l’un contro l’altro armati) far apparire che sussista una medesima situazione all’interno del centrodestra.

Ed è per questo che quegli schemini e quegli articoli sono deformanti, distorcono la realtà. Ma, per fortuna, la realtà rimane quella: D’Attis da una parte (supportato da tutto il Centrodestra, con in più altre forze politiche) e la sinistra (divisa) dall’altra con quattro -per ora sono 4- candidati diversi che non solo non si parlano ma si guardano in cagnesco e si lanciano frecciate velenose tramite compiaciuti media.

Ma res sunt.

don’t shoot me

piano-player.jpgLa rubrica appena inaugurata (la c.d. rassegna stampa online) già trova difficoltà a procedere: avendo scelto come tema i resoconti delle varie Testate della odierna Conferenza Stampa di Mauro D’Attis ci troviamo nella condizione di dover riportare uno scritto appena apparso sulla rete. Ed invece non lo facciamo (ecco perché parlo di “sospensione”) perché l’articolo in questione mi ha notevolmente turbato: pur conoscendo da decenni (non sono un ragazzino sprovveduto, anche se un po’ ingenuo si) lo “stile” ed i metodi tipici della disinformazione e/o della informazione faziosa e menzognera (tipica dei regimi, ad esempio quello comunista. E non solo con Stalin: la disinformatio  della “Pravda” sopravvisse per lunghi decenni, ben oltre la morte del sanguinario dittatore georgiano omicida) ciononostante continuo ad indignarmi profondamente di fronte alle storture. Sicchè mi taccio.

E lo faccio per due motivi: non tanto per evitarmi noie che sicuramente avrei nel momento in cui commentassi certe scorrettezze e menzogne di alcuni colleghi –e del resto ho ricevuto, come ben sapete, già minacce per questioni apparentemente diverse: in realtà, ed un giorno verrà fuori, le due cose erano e sono parecchio intrecciate. E come sempre ho la massima fiducia nelle Forze dell’Ordine che faranno certamente luce sui mesi terribili che abbiam vissuto con veri e propri reati e non scaramucce-  ma quanto per un motivo che ci tengo a precisare.

Ebbene, che io sia un cittadino, indipendentemente dal mio ruolo di blogger e quindi di informatore attraverso internet, che ha apprezzato il lavoro svolto dal 2004 ad oggi dalla Amministrazione Civica non è un mistero. Né io mi impegno a far apparire diversamente: sarei ridicolo e cadrei nelle enormità commesse da altri (e mi sovvengono certi gotha del giornalismo nostrano…).

Ma tale mio punto di vista, che poi è quello di tutti i cittadini onesti e di buon senso i quali non possono non apprezzare l’immensa opera del Sindaco Mennitti, non deve dare l’alibi o il pretesto a qualcuno per attaccare il Centrodestra e/o il suo Candidato Sindaco unitario(parentesi: la si smetta di dire, facendo pure i nomi, che esistono quattro altri candidati di centrodestra. Non è così: chi lo dice e/o lo scrive confonde la realtà coi propri sogni. Il centrodestra è unito, anzi: altre forze convergono su di esso e lo sappiamo tutti. Le candidature di singole persone, slegate da ogni legame di qualsiasi tipo col centrodestra brindisino –ed anzi verrebbe da dire che alcuni di costoro, semmai li si volesse collocare, andrebbero ascritti a quell’aria libertina e laicista che, da sempre, flirta cogli eredi del Partito Comunista- non c’entrano davvero nulla di nulla col centrodestra e men che meno col Pdl. E qui chiudo la quaestio attorno a questa palese inesattezza.Punto).

Mi spiego meglio: poiché, si sa, in campagna elettorale –specie i candidati in grosse difficoltà di immagine e di consenso- si usa denigrare l’avversario. Il Pci, credo fu Gramsci a farlo, addirittura teorizzò la menzogna come strategia politica ed il sardo è stato preso alla lettera: è risaputo che la demonizzazione dell’avversario politico è il tratto distintivo della sinistra, dal Pci ad oggi. Ebbene io vorrei preventivamente evitare che il centrodestra –e Mauro D’Attis in primis- possa essere attaccato (fra i tanti strali, di inchiostro e di silicio,  che sicuramente dovrà sorbirsi ) perché “sostenuto persino da quello strano blogger”. Non ho manie di protagonismo (né collaterali sindromi di persecuzione) ma so bene di essere non solo conosciuto in città ma anche abbastanza odiato (e, credetemi: dovevo arrivare a questa età per sentire sulla mia pelle gli effetti dell’odio altrui, una cosa orribile e tristissima che non auguro a nessuno, davvero) e quindi non voglio minimamente offrire l’assist a possibili critiche pretestuose del tipo che credo d’aver ben esemplificato.

Sono un cittadino. Prendetevela con me, se proprio volete. Ma, nell’agone politico, misuratevi con le idee, le opere e la progettualità del centrodestra, e del Pdl e di Mauro D’Attis: io sono solo un semplice blogger che, ripeto, come cittadino ho le mie idee che non celo e che or ora vi ho ribadito.

Spero d’esser stato chiaro e di non ricevere ulteriori attacchi, aggressioni verbali e minacce: riguardo queste ultime, come ben sanno gli interessati, non ho mai indugiato a denunciare immediatamente e pubblicamente l’accaduto.

“rassegna stampa” online – martedì 21 febbraio ’12

Iniziamo questa Rubrica di “Cronache Brindisine” con una rassegna riguardante la ufficializzazione della candidatura di D’Attis a Sindaco di Brindisi. E partiamo vedendo come Brindisi Magazine, il Giornale online di Fabrizio Caianiello, ha riferito della Conferenza Stampa tenuta in serata presso l’internazionale. I colleghi di “BM”,  come spesso succede, battono tutti sul tempo e già alle 19.40 sono online con un articolo e corredo fotografico: ecco il pezzo che la Redazione ha confezionato:


D’Attis si presenta: “vorrei governare per i prossimi dieci anni”

Bagno di folla per l’apertura della campagna elettorale di Mauro D’Attis. Quella che doveva essere una conferenza stampa si è trasformata in un antipasto di comizio elettorale con tanto di sostenitori, curiosi e semplici cittadini: “sono sorpreso da questa straordinaria partecipazione” – ha dichiarato D’Attis – “finalmente siamo qui uniti dopo un periodo movimentato nel quale probabilmente non abbiamo offerto un bello spettacolo. Per questo avevo scelto di fare un passo indietro. Proprio per aiutare il mio partito ad uscire dall’imbarazzo. Poi ,peró, è accaduto qualcosa di importante. Il centrodestra è tornato unito e compatto come non lo era da tempo. Abbiamo un progetto. Non facciamo promesse. Spero sia una campagna elettorale sana e rispettosa di ruoli e persone”

APERTURA A NUOVA ITALIA – “Mi auguro che siano al mio fianco. Anche loro rappresentano la storia politica di questa città. Gli chiedo di cuore di continuare con me le battaglie che abbiamo fatto in consiglio comunale. Abbiamo un lavoro da completare”.

CONCRETEZZA PRIMA DI TUTTO – “Cercherò di essere quanto più concreto possibile in questa campagna elettorale. Parlando di problemi seri e non di sogni. Il sindaco per me è l’amministratore delegato di una società i cui azionisti sono i cittadini. Ho sentito che qualcuno, dall’altra parte, se la prende con i dirigenti comunale, con il commissario prefettizio, che ha promesso riqualificazione della costa e dei quartieri come se avesse la bacchetta magica. Evidentemente non conosce la macchina organizzativa, le ristrettezze economiche dello stesso Comune. Promette sogni. Io fortunatamente so bene dove ci possiamo spingere e come intervenire essendo uscito da poco da quel palazzo”.

COERENZA – “Sono un moderato ma mi incazzo quando non riesco ad ottenere una cosa. Sono sincero. Di certo non sono uno di quelli che si butta da una parte all’altra degli schieramenti in base alle convenienze. Più che guardare alle spaccature interne del centrodestra, sono molto più preoccupanti le contraddizioni, enormi, del centrosinistra”.

RINNOVAMENTO – “Ho 38 anni. Mi candido per governare questa città per  i prossimi dieci anni. Ho la fortuna di essere giovane e di poter fare qualcosa per i giovani di oggi e per quelli che oggi sono ancora bambini. La notte di capodanno ho ricevuto un messaggio dal vicesindaco dei ragazzi che mi diceva: ‘caro Mauro io sono qui che ti aspetto. Spero che diventi sindaco cosi ci vedremo più spesso. Ecco io guardo a questi ragazzi. C’è un consigliere comunale che mi ha chiesto qualcosa in cambio del suo sostegno, io gli ho detto di no, ed oggi è candidato con Consales…bè..sono contento di averlo perso”.

SU MENNITTI – Nessuno può permettersi di buttare quello che abbiamo fatto in questi anni. Ci sono state tantissime cose buone e tante che non ho condiviso. Una per tutte. Dobbiamo velocizzare le decisioni. Mennitti mi ha assicurato tutto il suo sostegno. Io ci credo e voglio che la gente capisca quanto sia innamorato di questa città e quanta voglia abbia di fare bene per tutti noi”.

 
D’Attis si presenta: “vorrei governare per i prossimi dieci anni” (da BRINDISI MAGAZINE, martedì 21 febbraio 2012 h19.40 -http://www.brindisimagazine.it/2012/02/dattis-ed-il-rinnovamento-vorrei-governare-per-i-prossimi-10-anni/
 

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Il centro destra unito con Mauro D’Attis -Domani la Presentazione ufficiale

Ora è certo. C’è la ufficialità. Il giovane Mauro D’Attis, già Vice Sindaco, è il candidato sindaco della Città di Brindisi i cui cittadini saranno chiamati alle urne in primavera (il 6 e 7 maggio per l’esattezza) per il rinnovo del Consiglio Comunale e per scegliere il Primo Cittadino e quindi la coalizione che dovrà governare la città per il prossimo quinquennio.

E’ giunta poco dopo le venti  la Comunicazione da parte dell’Ufficio Stampa dello stesso D’Attis: poche righe, l’essenziale: “Il candidato sindaco della coalizione di centrodestra alle prossime elezioni amministrative di Brindisi, Mauro D’Attis, sarà presentato ufficialmente domani pomeriggio dalle forze politiche e dai movimenti che vi aderiscono.” E infatti prevista per domani, martedì 21 febbraio 2012, nel pomeriggio (inizio ore 17) la Conferenza Stampa che darà ufficialmente la comunicazione che, in realtà, era apparsa certa già dalla tarda serata di sabato. Ed in effetti, bisogna darne atto, già nella stessa serata di sabato i colleghi di Brindisi Magazine (il giornale online di Fabrizio Caianiello) davano per certo l’accordo che, come è noto, va ben oltre il Pdl.

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E, a proposito di Organi di informazione, registriamo la curiosa situazione di Domenica mattina  con un quotidiano locale che dava la notizia per certa (come in effetti è stato) ed un altro che inutilmente cercava di far apparire il Pdl diviso con i soliti titoli, privi di buona educazione oltre che di veridicità, che prendevano di mira un esponente autorevole del partito di Angelino Alfano. E, scusate se insistiamo ma oramai ci siamo messi, ancora adesso mentre scrivo queste note, un noto giornale online che fa riferimento ad una delle tante correnti dell’ex Pci, ancora si ostina a non dare la notizia e mette in “prima” fatterelli di provincia e la solita lagna pro abusivismo (che però non si capisce se per loro conta la Legge o cos’altro. Ma questo sarebbe un discorso troppo lungo e noioso).

Insomma, mentre capoticamente e senza prospettive una persona comunica urbi et orbi che scriverà il proprio disappunto ad Obama, a Napolitano, ad Alfano (e forse pure al Papa, chissà) il Pdl, forte e compatto, và avanti: “È infatti convocata per domani alle ore 17 presso il Grande Albergo Internazionale di Brindisi una conferenza stampa per la presentazione ufficiale del candidato.” Questa la conclusione del Comunicato e pure delle discussioni per la scelta di colui che è chiamato a proseguire il grande lavoro portato avanti dal Pdl e da tutto il Centrodestra brindisino in quello che è il ciclo virtuoso iniziato nel Maggio del 2004 dopo che pochi mesi prima erano finiti in galera l’ex sindaco che guidava la coalizione di Centro sinistra (era il Pd di Salvatore Brigante, vice sindaco all’epoca dell’arresto di Antonino, di Dipietrangelo ed altri volti noti dell’ex Pci). 

Circolo virtuoso che i cittadini hanno apprezzato e che certemante vorranno una sua prosecuzione (parentesi: certe volte mi chiedo sinceramente il senso della banalotta affermazione, colta anche dalla bocca  di candidati a Palazzo Nervegna oltre che ragazzini incolti, secondo la quale “Brindisi deve cambiare radicalmente!”) ed in tal senso si esprimeranno col voto di maggio.

Pdl unito, quindi, attorno a Mauro D’attis: 38 anni, di cui ben 16 in politica, con onestà e coerenza nel centro destra. Ed è l’intero centro destra, oltre al Popolo della Libertà, che sceglie D’Attis: anche il partito di Euprepio Curto (il Fli) appoggerà convintamente la candidatura, e così La Destra, Insieme per la Città ed altre forze politiche(liste civiche, movimenti ed aggregazioni). Insomma, spiace dirlo (perchè non è mai bello vedere tante divisioni e discordie) ma mentre il centro sinistra si presenta ai cittadini diviso (sono ben quattro, per ora, i candidati sindaco) il Pdl e l’intero centrodestra “corre” forte, compatto ed unito. Ed i cittadini queste cose le notano e le apprezzano.

da brundisium a new brindeesy city (ma senza tappe intermedie)

E’ fin troppo comodo parlare di “città del futuro” (attenzione: occorre pure vedere come lo si prospetta. Ad esempio con un modernissimo registro delle unioni civili magari con incluse  coppie/triple -non chiedetemi cosa siano: rivolgetevi ai radicali che lo han proposto davvero!- o con futuristici parchi per scambisti riigorosamente accessibili pure alle altre bestie quali cani, gatti et cetera) per non guardare al presente e soprattutto per evitare di guardare al passato. Quello immediatamente prossimo e quello un po’ più remoto.

Eppure Mennitti, che la sa ben piu lunga di noi (candidati sindaco inclusi, o la piu parte di essi) ci mise in guardia già tempo fà: “andiamo avanti”, disse, “andiamo avanti perchè loro vogliono tornare indietro”. Eh già, lo scrittore e politologo, il parlamentare onesto (ed il seggio se lo sudò: un conto è entrare in parlamento con partiti al 30% o più -ed in quei decenni c’erano partiti che facevano ben più del trenta- ed un conto è meritarsi i voti all’interno di una formazione politica con percentuali ad una cifra, talora piu piccola di cinque) e soprattutto l’ottimo conoscitore di Brindisi e dei brindisini (inclusi quelli che s’agitano attorno alla cosa pubblica) sapeva bene quale era il rischio.

E non solo ha scongiurato tale rischio (che già, di per sè, sarebbe un grosso merito) ma ha pure pensato alla città del futuro. Lui si, ma veramente. E del resto cosa è candidare Brindisi a Capitale Europea della Cultura 2019 ben dieci anni prima? Significa pensare, progettare, guardare al futuro -ma senza fughe in avanti- avendo il tempo di costruirlo bene e ponendo basi -c o n c r e t e- per esso. Per non restare nel vago: altro è aprire una struttura (il nuovo teatro) così, una tantum, altro è creare un Ente ad hoc (necessario e funzionale,  non un carrozzone statalista stile diccì o i pallosi comitati culturali della intellighenzja comunista) che garantisca continuità e soprattutto un buon “funzionamento” del teatro stesso. Sennò correvamo il rischio di coprirci di ridicolo organizzando nel piu grande teatro d’europa declamazioni di barzellette in dialetto magari con tajedde di focaccia e l’immancabile vino, a usu cesare braicu.

Ho fatto un esempio volutamente scomodo ed impopolare: basti dire che un  candidato sindaco degli exPCI, una volta, disse pubblicamente che la cultura erano i chioschi dei paninari sul lungomare e li molli a ddò zumpavunu li piccinni, giuro che l’ho sentito con le mie orecchie. E non era un parvenu della politica con basso tasso di scolarità (il prototipo del consigliere comunale della nostra città, specie in certe aree “politiche”). Ma, è ovvio, potrei farne mille altri. Ed invece ne faccio solo un’altro: la dignità alla istituzione Comune. E quando qualcuno, in arsura da oltre un lustro, ha pensato bene di organizzare una bella occupazione a mò di pasconi, è intervenuta giustamente la Legge.

Gia. La legge. In ossequio alla quale manco si può fare una struttura di chiusura di un balcone -ed è giusto che sia così- ed invece in passato si è tollerato ben più di una vetrata o di un gazebo. Ma, fortunatamente, la Magistratura è intervenuta pure in questo àmbito. Ed è un virtuoso continuum con le vergognose catapecchie lì vicino demolite, mica sono cose slegate, episodiche. No: si chiama unità di intenti, sinergia, idem sentire. Si chiama onestà.

Se Ferrarese mollasse il centrosinistra

Già. Che poi sarebbe una cosa normalissima. E’ risaputo -io l’ho sentito raccontare da diretti interessati- che Massimo Ferrarese prima di entrare in politica era ritenuto da autorevolissimi esponenti del centrodestra come un ottimo candidato proprio alla carica di Presiddente della Provincia. Cosa che poi è accaduta, nel 2009. Ma, come è ben noto, non sotto le insegne del centrodestra ma alla guida di quello che venne definito come “laboratorio”. Ora, in questa sorta di impazzimento, con esponenti che di punto in bianco si candidano ad essere candidati sindaco -scusate il gioco di parole- del pdl (si viaggia alla media di uno ogni tre giorni), con i soliti candidati-sindaco-con-liste-minori-solo-per-diventare-consiglieri (o cercare di diventarlo), per tacere della serratissima discussione all’interno dei partiti eredi del PCI e delle spaccature su quel versante, non ci meraviglieremmo di nulla: ed infatti non ci meravigliamo di vedere su facebook un gruppo che letteralmente è denominato “quelli che vogliono FERRARESE NEL CENTRODESTRA” . Scherzo di qualche buontempone o reale soluzione dell’empasse grande in cui la intera classe politica brindisina -a destra ed a manca- si ritrova dopo il disimpegno(forzato, ricordiamolo sempre, da situazioni imponderabili) di Domenico Mennitti. Incapità totale di provare a raccogliere la sua eredità. Daccordo: mica si trova dietro l’angolo un politico della statura di Mennitti, ma rimane l’amarezza nella parte sana -la migliore- della città che in questi quasi otto anni ha finalmente respirato. E’, diciamo così, comprensibile che i di lui avversari parlino della necessità di “una svolta” (sai che grossa intuizione!) e che quindi cerchino, di riffa o di raffa, di tornare al potere (chè di quello si tratta). Ma resta invece abbastanza oscuro il motivo per il quale il centrodestra -in primis il PDL- si ostini a non voler percorrere quella che è l’unica strada percorribile. E che è già stata abbondantemente tracciata dallo stesso Mennitti. Che, ne siamo certi, è il primo ad essere amareggiato da tali ingrate escamotage.

Verso le Elezioni Amministrative – Brindisi è viva: viva Brindisi!

 

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Mi sforzo –ma vi assicuro che non è per niente semplice- di passare oltre a quelle che sono le valutazioni e, in genere, il modo con il quale i mezzi di informazione stanno finora fornendo comunicazioni in merito alle scelte ed alle “strategie” messe in atto dai vari partiti, movimenti e “cartelli” elettorali. E, pertanto, acchè questo articoletto non venga letto come un gigantesco ed indiscriminato j’accuse  cercherò di rinviare ad altra circostanza le considerazioni sui media ed il loro operato così come cercherò (ma non sono certo di riuscirci) di non insistere troppo con la ripetizione di certe valutazioni sui partiti e/o su singoli esponenti.
La normalita –o meglio: il buonsenso- vorrebbe che una città finalmente sollevatasi da certe gravi situazioni (che avevano portato Brindisi alla ribalta della cronaca nazionale non certo per suoi virtuosismi) che l’avevano attanagliata e quasi “sfregiata” e privata di quella dignità anche istituzionale proseguisse in tale parabola virtuosa. Il fatto che l’artefice di tale inaspettato successo abbia dovuto farsi da parte per ragioni di salute è, obiettivamente, un problema non da poco. E tuttavia la rotta è tracciata ed è quella: ogni altro tentativo o progetto risulterebbe incomprensibile a quella cittadinanza che si è finalmente riconciliata con una Città che ha espresso al timone delle sue istituzioni persone degnissime. Parlo al plurale volutamente: l’operato di Domenico Mennitti è felicemente e provvidenzialmente coinciso con l’azione, nei rispettivi settori, di alcune Autorità che, nell’arco di un decennio pressappoco, han ridonato a Brindisi un volto bello e pulito.
E per non restare nel vago è bene chiarire che mi riferisco in primis a Sua Eccellenza Mons.Rocco Talucci, Arcivescovo di Brindisi giunto in città nella primavera del 2000 e felicemente regnante. Ma non posso tacere di S. E. dott. Nicola Prete Prefetto attuale della Città e dei suoi predecessori con un particolare riferimento al dott. Mario Tafaro (giunto in città nell’estate del 2001) ed aggiungo pure tre persone, anzi quattro: il Procuratore Capo dott. Marco Di Napoli, l’attuale Questore dott. Alfonso Terribile, il Colonnello Vincenzo Mangia Comandante Provinciale della Guardia di Finanza e il dott. Teodoro Nigro Comandante della Polizia Municipale.
Ecco, era doveroso questo omaggio: la Città è rinata si, grazie a Mennitti. Ma anche per la preziosa collaborazione di queste Autorità.
Per continuare tale opera di ri-pulizia e ri-nascita della città occorre proseguire in questa direzione: chi ha un minimo di conoscenza del panorama politico-amministrativo di Brindisi non ha bisogno di altre parole. Quella è la direzione e quelli sono gli uomini. Punto. Ogni altra scelta apparirebbe –ripeto- incomprensibile ed illogica e priva di buonsenso. E, in linea di massima, i passi compiuti da chi ha ruoli di responsabilità in tal senso sono stati compiuti in quella direzione. Naturalmente non senza i soliti tentativi di “depistaggio” e le consuete resistenze egoistiche. Ma, almeno finora, i brindisini possono  stare tranquilli e fiduciosi e guardare con relativa serenità al rinnovo della Amministrazione Civica ed alla guida della Città. Vi par poco?

cosimo de matteis

 

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Tenga duro Sindaco!

prima-pagina senzacolonne 21 6 11.jpgquotidiano _22 06_01.jpgQuesta volta mi sento di ringraziare TUTTE le Testate giornalistiche

(cartacee, online, televisive) che sono state accanto al Sindaco.

 

 

Credo che Mennitti avrà molto gradito.

 

 

Nel frattempo, da Acquaviva, giungono notizie confortanti: 

Il Sindaco di Brindisi Domenico Mennitti si trova ricoverato presso l’ospedale “Miulli” di Acquaviva delle Fonti.

Dopo il suo arrivo, avvenuto nella giornata di ieri, i sanitari hanno valutato che le condizioni generali consentivano di poter intervenire con il “TIPS” (Shunt porto-sistemico intraepatico trans giugulare) e quindi hanno proceduto in tal senso. Un controllo angiografico eseguito in data odierna ha confermato il decorso regolare e quindi sono cessate le condizioni che rendevano necessario tenere il paziente intubato.

Con ogni probabilità, pertanto, nelle prossime ore cesserà l’esigenza di proseguire la fase di osservazione nel reparto di rianimazione e potrà essere trasferito in altro reparto.

Mennitti e Pupino salvano il Brindisi ma i tifosi continuano ad insultarli

 

Ed ora  qualcuno

(piu di qualcuno)

dovrebbe

CHIEDER LORO SCUSA
Certo che bisogna riconoscere a Domenico Mennitti e ad Antonio Pupino una grossa capacità di sopportare le critiche (diciamo così…). Da anni il primo e da pochi mesi il secondo sono stati fatti bersaglio delle più ingiuste critiche, calunnie ed insulti. Verrebbe da mettersi, con la santa pazienza, a fare un collage con tutti i “messaggi” e messaggini, anonimi o meno anonimi che i due hanno subito: persone che senza un briciolo di umanità hanno augurato tutto il male possibile ad un uomo che addirittura si trovava in ospedale (ed in ospedale ci era finito proprio a causa dell’incredibile stress cui è stato sottoposto: non finirò mai di dire che Antonio Pupino è una VITTIMA) e lo stesso, con l’aggiunta dll’ignobile e fecale pregiudizio ideologico, al sindaco Mennitti.
 
Ma, spalle larghe e cuore grande, costoro non si sono abbassati al livello becero delle “critiche” della piazza: hanno continuato il loro lavoro nel riserbo e nella massima discrezione. Ed i risultati ora si intravedono. Se fossi nei panni di certuni cercherei, almeno per un pò, di avere la decenza di tacere o di partire per un luogo sconosciuto (meglio se di sera tardi o al mattino presto, così nonnc’è nessuno). Fin troppo banale il dire che presto inizierà la sguaiata gara a salire sul carro del vincitore: e vedremo nitida la viltà e la meschinità.
 
Questi uomini, (si, UOMINI) hanno lavorato per Brindisi e per il brindisi. Ed hanno ricevuto solo insulti, critiche e minacce. Si, piu di qualcuno vergognarsi. Non dico chiedere scusa perchè quando i cuori sono ottenebrati da inutile boria e luciferina superbia c’è poco da illudersi che possano, vcon onestà, chiedere scusa al sindaco Mennitti ed al Presidente Pupino.
 
Ed allora lo faccio io, a voce alta: GRAZIE SIGNOR SINDACO, GRAZIE PRESIDENTE, E SCUSATE SE QUESTA CITTA’ OTTUSA ANCORA UNA VOLTA NON HA CAPITO CHI LE VUOLE BENE E CHI, INVECE, VUOLE SOLO SFRUTTARLA. FORZA BRINDISI.
 
cosimo de matteis