LEGALITA’ – D’Attis: “nessuno deve ritenersi immune da questa battaglia”

“Tutta la politica locale, di maggioranza e di opposizione, è chiamata a dare una risposta forte contro quei focolai, ancora attivi e presenti sul nostro territorio, come i cosiddetti nipotini di Riina, legati alla criminalità organizzata”, dice il consigliere comunale.

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Il consigliere comunale di Brindisi Mauro D’Attis (PDL)


“Brindisi sta vivendo da qualche giorno un’attenzione mediatica che nessuno avrebbe voluto per un fatto così drammatico. La difesa della nostra città, che non può e non deve essere paragonata in nessun modo ad altre realtà compromesse italiane, va fatta con forza in tutte le sedi, comprese le trasmissioni televisive che cercano di metterla in cattiva luce. Al tempo stesso, però, non si deve abbassare la guardia contro tutti quei fenomeni, di stampo mafioso o terroristico o criminale, che minano il nostro territorio e rappresentano ancora una piaga contro la piena legalità e lo sviluppo. Vogliamo farci carico, in prima persona, nel dare risposte chiare ai cittadini al fine di difendere il diritto alla serenità delle famiglie e il controllo sociale della situazione”.

 

Lo sostiene in una nota Mauro D’Attis

“Tutta la politica locale, di maggioranza e di opposizione, è chiamata a dare una risposta forte contro quei focolai, ancora attivi e presenti sul nostro territorio, come i cosiddetti nipotini di Riina, legati alla criminalità organizzata. Non a caso, lo scorso anno un rapporto Eurispes colloca la provincia di Brindisi ancora tra quelle da monitorare per attività mafiose e calcola il giro di affari della Sacra corona unità in quasi due miliardi e mezzo di euro – aggiunge D’Attis -. L’attentato alla Morvillo Falcone si presta a diverse letture e tutti ci auguriamo che l’effettiva matrice possa essere individuata il prima possibile, ma il fatto che il fascicolo aperto dalle procure di Brindisi e Lecce sia passato dal semplice reato di strage a quello di strage aggravata dalla finalità del terrorismo fa capire quanto alta sia l’attenzione verso il vile attentato di sabato.

Ecco perchè nessuno deve ritenersi immune da questa battaglia, ed una seria valutazione deve farla la politica, tutta insieme, che recentemente è stata impegnata nella campagna elettorale brindisina”.

Brindisi, sabato 19 maggio 2012

Per cronache brindisineè una brusca ripresa delle pubblicazioni: l’evento tragico di stamane lo richiede e, quasi, lo impone. Un qualcosa di inaudito ed incredibile è successo oggi a Brindisi e, unendoci idealmente con quanto affermato dal Vescovo Talucci , diciamo che davvero dovrebbero vergognarsi gli autori di questa  strage (che sarebbe potuta essere di proporzioni maggiori ancora maggiori e che forse solo una  mano soprannaturale, Celeste e materna, ha impedito) e soprattutto dovrebbero pentirsi finchè sono in tempo.

Riguardo gli autori: con Mennitti –giunto sul posto della sciagura- diciamo che appare davvero difficile persino fare ipotesi dato che ci troviamo in un mondo oramai globalizzato. Con D’Attis  diciamo che, indipendentemente da quella che è la matrice, gli autori troveranno una forte risposta della Città e delle Istituzioni.

Mi sento di aggiungere solo questo: invitare alla preghiera. Preghiera di suffragio per le vittime, preghiera per implorare da Dio il dono della forza e della fede ai familiari, preghiera per le ragazze ferite e per tutte le persone coinvolte e danneggiate nel corpo e nello spirito.

Da cittadino ribadisco che la illegalità e la criminalità troveranno una fermissima e forte risposta; come credente in Cristo Risorto affermo, certo, che il Bene vincerà e che come ha assicurato la Vergine Santa “alla fine il mio Cuore Immacolato trionferà”.

campagna elettorale (Sobrietà? Certo, ma soprattutto legalità)

la questione non è manifesti si/manifesti no
(e nemmeno sobrietà si/sobrietà no . E poi …Come si “misura” la sobrietà? Col metro o la bilancia?)
ma l’importante è la LEGALITA’, ergo rispettare gli spazi
ed evitare le affissioni dove non si può (A B U S I V E).

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Questo è un REGOLARE manifesto elettorale

ma affisso in LUOGO NON IDONEO

(Maggio 2009, foto dell’autore)

 

 

In questo senso sarebbe bello (anzi: AUSPICABILE)
un “patto” per

a) rispettare gli spazi;

b) evitare manifesti in posti abusivi;

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Maggio 2009, foto dell’autore


Questo è un regolare manifesto elettorale (sobrio, se per sobrio si intende “non 6×3″…) ma affisso in un luogo assolutamente non idoneo. Con l’aggravante che il manifesto del candidato copre addirittura l’elenco ufficiale, che serve ai cittadini per CONOSCERE I CANDIDATI DI TUTTE LE LISTE.


Ecco: questi svarioni,secondo me,  andrebbero evitati.

E credo di non dire niente che meriti una denuncia…

 


da brundisium a new brindeesy city (ma senza tappe intermedie)

E’ fin troppo comodo parlare di “città del futuro” (attenzione: occorre pure vedere come lo si prospetta. Ad esempio con un modernissimo registro delle unioni civili magari con incluse  coppie/triple -non chiedetemi cosa siano: rivolgetevi ai radicali che lo han proposto davvero!- o con futuristici parchi per scambisti riigorosamente accessibili pure alle altre bestie quali cani, gatti et cetera) per non guardare al presente e soprattutto per evitare di guardare al passato. Quello immediatamente prossimo e quello un po’ più remoto.

Eppure Mennitti, che la sa ben piu lunga di noi (candidati sindaco inclusi, o la piu parte di essi) ci mise in guardia già tempo fà: “andiamo avanti”, disse, “andiamo avanti perchè loro vogliono tornare indietro”. Eh già, lo scrittore e politologo, il parlamentare onesto (ed il seggio se lo sudò: un conto è entrare in parlamento con partiti al 30% o più -ed in quei decenni c’erano partiti che facevano ben più del trenta- ed un conto è meritarsi i voti all’interno di una formazione politica con percentuali ad una cifra, talora piu piccola di cinque) e soprattutto l’ottimo conoscitore di Brindisi e dei brindisini (inclusi quelli che s’agitano attorno alla cosa pubblica) sapeva bene quale era il rischio.

E non solo ha scongiurato tale rischio (che già, di per sè, sarebbe un grosso merito) ma ha pure pensato alla città del futuro. Lui si, ma veramente. E del resto cosa è candidare Brindisi a Capitale Europea della Cultura 2019 ben dieci anni prima? Significa pensare, progettare, guardare al futuro -ma senza fughe in avanti- avendo il tempo di costruirlo bene e ponendo basi -c o n c r e t e- per esso. Per non restare nel vago: altro è aprire una struttura (il nuovo teatro) così, una tantum, altro è creare un Ente ad hoc (necessario e funzionale,  non un carrozzone statalista stile diccì o i pallosi comitati culturali della intellighenzja comunista) che garantisca continuità e soprattutto un buon “funzionamento” del teatro stesso. Sennò correvamo il rischio di coprirci di ridicolo organizzando nel piu grande teatro d’europa declamazioni di barzellette in dialetto magari con tajedde di focaccia e l’immancabile vino, a usu cesare braicu.

Ho fatto un esempio volutamente scomodo ed impopolare: basti dire che un  candidato sindaco degli exPCI, una volta, disse pubblicamente che la cultura erano i chioschi dei paninari sul lungomare e li molli a ddò zumpavunu li piccinni, giuro che l’ho sentito con le mie orecchie. E non era un parvenu della politica con basso tasso di scolarità (il prototipo del consigliere comunale della nostra città, specie in certe aree “politiche”). Ma, è ovvio, potrei farne mille altri. Ed invece ne faccio solo un’altro: la dignità alla istituzione Comune. E quando qualcuno, in arsura da oltre un lustro, ha pensato bene di organizzare una bella occupazione a mò di pasconi, è intervenuta giustamente la Legge.

Gia. La legge. In ossequio alla quale manco si può fare una struttura di chiusura di un balcone -ed è giusto che sia così- ed invece in passato si è tollerato ben più di una vetrata o di un gazebo. Ma, fortunatamente, la Magistratura è intervenuta pure in questo àmbito. Ed è un virtuoso continuum con le vergognose catapecchie lì vicino demolite, mica sono cose slegate, episodiche. No: si chiama unità di intenti, sinergia, idem sentire. Si chiama onestà.