“tie o sì fessa o sì te campie”

"tie o sì fessa o sì te campie",campi salentina,lecce,campi bisenzio,università,proverbi,proverbi poppiti,modi di dire leccesi,serie a,calcio,i brindisini non sono salentini,brindisi non è salento,campagna,pomodori,fave,fave la mane fave la siraPrecisazione: quello che è scritto nel titolo  –quasi incomprensibile, lo riconosco- non è il mio idioma, non è brindisino. E’ invece una espressione (Un adagio popolare, insomma. Con tutti i pro ed i contro dei proverbi….) che appartiene al vernacolo di alcuni paesotti contadini in un lembo estremo e sperduto del nostro Paese.

Invero a parlare quel dialetto, ad avere quella parlata così tipicamente accentata (Gegia, la comica, faceva ridere per quello, mica per altro), sono quasi un milione di persone che vivono in quei quasi cento  piccoli comuni (piu le ancor piu minuscole frazioni) che compongono la attuale provincia di Lecce.

Ebbene, uno di quei comuni (gli italiani, di questi cento e passa paeselli, conoscono gallipoli, santa Maria di leuca, Lecce –per  quei  due  o tre campionati che la locale squadra di calcio ha disputato in massima serie ma Lecce è conosciuta anche perché è l’unico comune di tutta la provincia che supera i trentamila abitanti ed infine ultimamente hanno sentito parlare pure di Copertino ma non per il grande Santo nativo di  lì) si chiama Campi –si, proprio così: Campi. Come i campi di pomodori,  carciofi- e per l’esattezza Campi Salentina (per distinguerla dall’altro, notissimo anche esso,  centro toscano).

Insomma, facciamola breve –sennò vi annoiate- e diciamo che questo detto o proverbio che dir si voglia debbono averlo coniato in qualche altro centro rurale dell’area in questione. Certo, probabilmente semplice campanilismo campagnolo in chiave anti-campiota o qualcosa del genere. Ma, si sa, i proverbi, come le nomee, hanno un fondo di verità (attenzione: non sempre! Esistono le calunnie ed esistono proverbi assolutamente insignificanti, privi di senso e/o che si contraddicono  fra loro in modo esattamente antitetico).

Giusto. E’ vero: non vi ho ancora tradotto quella espressione. Mah, intanto sicuramente –ovunque voi siate- ci sarà un leccese che vi potrà tradurre  perché  questa popolazione è, non dico zingara -anzi: appena arrivano alla somma giusta  tornano al paesotto e si fanno la casa– ma molto tendente a spostarsi, generalmente verso l’altitalia (ho letto saggi spassosissimi di alcuni sociologi che han studiato a fondo l’esilarante parlata che assumono i leccesi dopo vari mesi o anni in Padania  : ve li consiglio. Alcuni hanno pure l’ausilio di un cd audio) ma pure verso l’estero (un tempo la Svizzera brulicava di leccesi, ma anche il Belgio e la Germania).

Se non avete un leccese a portata di mano proverò a tradurre io che però, in quanto brindisino, non ho nulla in comune con quella numerosa comunità. Comunque, tento:  si potrebbe tradurre con “Secondo me tu o sei stupido oppure sei di Campi Salentina”.

Spero d’aver tradotto bene. Nel caso gli amici campioti possono, comunque, intervenire per rettificare, se lo desiderano. Anzi, io stesso cercando lumi su sta curiosa nomea,   rammento che una volta dissi questa cosa ad un docente universitario nativo di quel paesotto (insegnava una di quelle discipline che sembrano inventate ed invece esisteva davvero: qualcosa tipo   storia della  filosofia politica in bangladesh o similia) ed egli provò un fastidio misto ad imbarazzo –inizialmente fece finta di non capire ma aveva compreso tutto dopo tre o quattro mie parole: fingono pure i docenti universitari, non lo sapevate?- e comunque non seppe darmi una risposta.

 

"tie o sì fessa o sì te campie",campi salentina,lecce,campi bisenzio,università,proverbi,proverbi poppiti,modi di dire leccesi,serie a,calcio,i brindisini non sono salentini,brindisi non è salento,campagna,pomodori,fave,fave la mane fave la sira


Bene. Chiudo queste mie noiose facezie consegnandole ai miei dodici lettori. E chissà che almeno uno sia poppito. Come? Non sapete cosa significa poppito? Lo sapevo. Bè, sono stanco –e pure un po’ stufo: mi scoccia parlare di certe cose- e quindi ve lo spiego prossimamente. Forse.


D’ATTIS: “UNIVERSITA’, FONDAZIONE PRIMO PASSO PER CONSOLIDAMENTO”

“La Regione renda conto sui soldi che gli studenti pagano per l’Adisu e per i servizi offerti. Valutare la possibilità di spostare i corsi dal Casale al centro, magari utilizzando le aule dell’Istituto Marconi”, dice D’Attis

D'ATTIS: “UNIVERSITA', FONDAZIONE PRIMO PASSO PER  CONSOLIDAMENTO” ,

“La decisione di mantenere i corsi universitari di Economia Aziendale e Informatica a Brindisi è un successo dell’intera comunità cittadina. A Giuseppe Abruzzo e ai ragazzi di Azione Universitaria va un plauso per essersi spesi con grande passione per far comprendere quanto l’utilizzo di un simile strumento possa essere utile per Brindisi e la sua provincia”.

 

Lo sostiene Mauro D’Attis in una nota.

 

“Accolgo anche con favore l’idea della realizzazione di una Fondazione per l’Università, che per primo avevo rilanciato durante la campagna elettorale e che sarà il primo passo verso il consolidamento della struttura brindisina – aggiunge D’Attis -. Al tempo stesso, continuerò a chiedere con forza al nuovo sindaco di verificare presso la Regione dove vanno a finire gli euro che gli studenti pagano per l’Adisu e con quale criterio vengono redistribuiti sul territorio brindisino, visto che i servizi offerti sono praticamente scarsi”.

 

“Auspico, infine, che si possa valutare positivamente anche la prospettiva di spostare la sede dei due corsi universitari dal Casale al centro della città, magari utilizzando, come da me proposto, le aule dell’istituto Marconi – conclude D’Attis -. Sarebbe un’ulteriore impulso all’incremento dell’Università a Brindisi e un vantaggio per il centro cittadino che avrebbe benefici anche in termini economici”.

D’Attis su Università e Fondazione Nuovo Teatro Verdi

d'attis: “l'universita' porta sviluppo a brindisi.  mi chiedo ch,mauro d'attis“Io voglio continuare a fare la mia parte concretamente e mi auguro che anche l’amministrazione provinciale voglia fare lo stesso. Non vorrei che, dopo l’attacco sferrato alla Fondazione Nuovo Teatro Verdi, adesso dobbiamo assistere ad un ulteriore disinteresse verso l’Università”.

 

D’ATTIS: “L’UNIVERSITA’ PORTA SVILUPPO A BRINDISI.

MI CHIEDO CHI VUOLE DEPOTENZIARLA”

 

1 B.jpg

 “La sede di Economia aziendale dell’Università di Bari non può e non deve chiudere a Brindisi. E soprattutto non si può decidere entro il 3 maggio, in tempi cioè ritrettissimi, la chiusura di un corso di laurea indispensabile a Brindisi e che offre l’80% di occupazione dopo la laurea. Quando ci siamo incontrati con gli studenti, avevo offerto il mio sostegno, da sindaco eletto, a potenziare le strutture universitarie nella nostra città. D’altronde in questi anni è stato fatto tanto e i risultati, in termini di iscritti, si vedono. Adesso mi chiedo chi abbia interesse a depotenziarla”

 

Lo sostiene in una nota Mauro D’Attis, candidato sindaco per la coalizione di centro destra al comune di Brindisi.

 

“Io voglio continuare a fare la mia parte concretamente e mi auguro che anche l’amministrazione provinciale voglia fare lo stesso. Non vorrei che, dopo l’attacco sferrato alla Fondazione Nuovo Teatro Verdi, adesso dobbiamo assistere ad un ulteriore disinteresse verso l’Università e verso tutti quegli studenti che scelgono la sede di Brindisi e che rischiano di esserne privati – aggiunge D’Attis -. Occorrono valutazioni politiche forti e ai miei concittadini chiedo, quando andranno a votare, di ricordarsi di chi crede che la cultura e l’Università possono portare sviluppo e benefici a Brindisi”.

Inquinamento ambientale: sequestrato cantiere dell’università leccese

I carabinieri del Noe hanno sequestrato un’area di proprieta’ dell’Universita’ del Salento, a ridosso del cimitero di Lecce, dove l’ateneo sta realizzando due edifici per l’attivita’ didattica e dipartimentale.

L’ipotesi di reato e’ inquinamento ambientale. Secondo quanto emerso dalle indagini, i sei ettari dove stanno sorgendo i due stabili sarebbero risultati inquinati da idrocarburi, rinvenuti a tre metri di profondita’.

Gli investigatori stanno cercando di risalire alle cause dell’inquinamento che forse causato da sversamenti di un ex deposito di carburanti.