c’è chi gioca col tritium e chi coi Campioni d’Italia

PALASPORT.jpgSe in ambito calcistico risulta abbastanza complicato stabilire quale sia la squadra maggiore della regione –ne abbiam parlato proprio di recente- altrettanto non si può dire della pallacanestro: la regina indiscussa del basket pugliese è Brindisi. Anzi: forse con una forzatura ci fregiamo del titolo di “stella del sud” (la forzatura è tale: Reggio Calabria, Napoli e soprattutto Caserta hanno storicamente qualcosa piu di noi) che era, fra parentesi, uno striscione che campeggiava dai tempi di Via Ruta: io lo riproposi in uno scritto del 98 o del 99 e da allora è tornato in auge. Mica voglio i diritti d’autore (non l’ho certo inventato io!) ma vorrei solo dire che tale appellativo sarebbe finito nel dimenticatoio senza la mia modesta rievocazione.

Ecco, come è inevitabile(almeno: per me lo è) nel parlar di basket il discorso tocca il passato. Ma, fortunatamente e non per caso!, Brindisi ha un presente radioso sicché il nostro indugiare nel passato non è un “rifugiarsi” negli allori degli scorsi decenni ma un fisiologico considerare  come un meraviglioso continuum la storia della pallacanestro brindisina.

Storia che continua: oggi, mercoledì 26 settembre 2012, Brindisi inizia il suo ennesimo campionato nella massima serie nazionale. E, come ben sapete, si gioca contro i pluri Campioni di Italia (palla a due  alle 20.30). E pazienza se non torneremo da Siena con i due punti: come ha scritto Pompeo Barbiero “la squadra partirà in condizioni di inferiorità tecnico-atletiche a causa dei vari contrattempi che  hanno impedito a coach Bucchi di avere fin dall’inizio della preparazione il roster al completo”. Ed ha aggiunto che è un peccato non potersela giocare in condizioni “normali”. Ad ogni modo, già tre giorni dopo arriva a Brindisi Varese e bisognerà pur “bagnare” questo nuovo Torneo con una bella vittoria. E se giunge stasera –come nel sogno-visione di Piermassimo Proto, noto tifoso della New Basket Brindisi- allora festeggeremo. Con un bel brindisi, naturalmente!

cosimo de matteis


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“tie o sì fessa o sì te campie”

"tie o sì fessa o sì te campie",campi salentina,lecce,campi bisenzio,università,proverbi,proverbi poppiti,modi di dire leccesi,serie a,calcio,i brindisini non sono salentini,brindisi non è salento,campagna,pomodori,fave,fave la mane fave la siraPrecisazione: quello che è scritto nel titolo  –quasi incomprensibile, lo riconosco- non è il mio idioma, non è brindisino. E’ invece una espressione (Un adagio popolare, insomma. Con tutti i pro ed i contro dei proverbi….) che appartiene al vernacolo di alcuni paesotti contadini in un lembo estremo e sperduto del nostro Paese.

Invero a parlare quel dialetto, ad avere quella parlata così tipicamente accentata (Gegia, la comica, faceva ridere per quello, mica per altro), sono quasi un milione di persone che vivono in quei quasi cento  piccoli comuni (piu le ancor piu minuscole frazioni) che compongono la attuale provincia di Lecce.

Ebbene, uno di quei comuni (gli italiani, di questi cento e passa paeselli, conoscono gallipoli, santa Maria di leuca, Lecce –per  quei  due  o tre campionati che la locale squadra di calcio ha disputato in massima serie ma Lecce è conosciuta anche perché è l’unico comune di tutta la provincia che supera i trentamila abitanti ed infine ultimamente hanno sentito parlare pure di Copertino ma non per il grande Santo nativo di  lì) si chiama Campi –si, proprio così: Campi. Come i campi di pomodori,  carciofi- e per l’esattezza Campi Salentina (per distinguerla dall’altro, notissimo anche esso,  centro toscano).

Insomma, facciamola breve –sennò vi annoiate- e diciamo che questo detto o proverbio che dir si voglia debbono averlo coniato in qualche altro centro rurale dell’area in questione. Certo, probabilmente semplice campanilismo campagnolo in chiave anti-campiota o qualcosa del genere. Ma, si sa, i proverbi, come le nomee, hanno un fondo di verità (attenzione: non sempre! Esistono le calunnie ed esistono proverbi assolutamente insignificanti, privi di senso e/o che si contraddicono  fra loro in modo esattamente antitetico).

Giusto. E’ vero: non vi ho ancora tradotto quella espressione. Mah, intanto sicuramente –ovunque voi siate- ci sarà un leccese che vi potrà tradurre  perché  questa popolazione è, non dico zingara -anzi: appena arrivano alla somma giusta  tornano al paesotto e si fanno la casa– ma molto tendente a spostarsi, generalmente verso l’altitalia (ho letto saggi spassosissimi di alcuni sociologi che han studiato a fondo l’esilarante parlata che assumono i leccesi dopo vari mesi o anni in Padania  : ve li consiglio. Alcuni hanno pure l’ausilio di un cd audio) ma pure verso l’estero (un tempo la Svizzera brulicava di leccesi, ma anche il Belgio e la Germania).

Se non avete un leccese a portata di mano proverò a tradurre io che però, in quanto brindisino, non ho nulla in comune con quella numerosa comunità. Comunque, tento:  si potrebbe tradurre con “Secondo me tu o sei stupido oppure sei di Campi Salentina”.

Spero d’aver tradotto bene. Nel caso gli amici campioti possono, comunque, intervenire per rettificare, se lo desiderano. Anzi, io stesso cercando lumi su sta curiosa nomea,   rammento che una volta dissi questa cosa ad un docente universitario nativo di quel paesotto (insegnava una di quelle discipline che sembrano inventate ed invece esisteva davvero: qualcosa tipo   storia della  filosofia politica in bangladesh o similia) ed egli provò un fastidio misto ad imbarazzo –inizialmente fece finta di non capire ma aveva compreso tutto dopo tre o quattro mie parole: fingono pure i docenti universitari, non lo sapevate?- e comunque non seppe darmi una risposta.

 

"tie o sì fessa o sì te campie",campi salentina,lecce,campi bisenzio,università,proverbi,proverbi poppiti,modi di dire leccesi,serie a,calcio,i brindisini non sono salentini,brindisi non è salento,campagna,pomodori,fave,fave la mane fave la sira


Bene. Chiudo queste mie noiose facezie consegnandole ai miei dodici lettori. E chissà che almeno uno sia poppito. Come? Non sapete cosa significa poppito? Lo sapevo. Bè, sono stanco –e pure un po’ stufo: mi scoccia parlare di certe cose- e quindi ve lo spiego prossimamente. Forse.