BRINDISI- Incendio alla BriEcologica. Considerazioni

incendio briecologica.jpgMa certo che c’è da restar allibiti. Ma come si fa a dar fuoco –d’accordo: non c’è la certezza della natura dolosa ma molto verosimilmente è così- ad una azienda, ad un capannone, a gente che lavora (e che dà lavoro)?  Sono senza parole. Son tornato dalla festa patronale. Non avevo voglia di accendere il pc : pensavo si a scrivere qualcosa sui festeggiamenti e sulle parole del Vescovo e del Sindaco ma mi son detto “lo faccio domani”. Poi, però, mi son ricordato che vi eran stati stasera numerosi anticipi di partite di calcio ed allora mi son connesso per aggiornarmi sui risultati.

E leggo dell’incendio alla Bri.Ecologica. E’ stato la scorsa notte ma io non l’avevo saputo. Il primo articolo che ho letto è stato su Brindisi Magazine: poche note, stringate, e la chiosa che riporto testuale: “In lacrime Giuseppe Roma ha dichiarato: “questa città non merita nulla”. Son rimasto scioccato, e la prima cosa che ho pensato è stata “ha ragione Roma: davvero questa città non merita nulla”. Non aggiungo altro: esprimere la mia sincera, sentita e partecipata solidarietà è poca roba. Non se ne fa niente il Presidente delle mie parole. Ed ha ragione: danni ingentissimi, strutture ed attrezzature danneggiate o proprio distrutte, i dipendenti … (nella foto, tratta dal sito del  Quotidiano, il capannone danneggiato) Ma come si può andar avanti così? Certo, non è sicura la matrice dolosa, ma purtroppo chi è di Brindisi sa bene come vanno le cose. L’altra notte ha preso fuoco l’auto di un Amministratore, rapine, ancora incendi (probabilmente dolosi) anche in Provincia (due a Francavilla nelle ultime settimane). Che gran brutta cosa la criminalità.

E non oso pensare che possa esserci un collegamento con il calcio. Anche perché, vuoi o non vuoi, tornano in mente certi episodi. L’aggressione in via Carmine, l’incidente presso un cantiere. Coincidenze? Chiudo riecheggiando le parole del precedente post: che davvero i nostri Santi Patroni –San Teodoro e San Lorenzo- guardino questa città. E la aiutino intercedendo presso Dio. E comunque voglio augurare ugualmente una buona Domenica a tutti, ed ai calciatori del Brindisi dico: “oggi giocate e vincete anche per dare una piccola/grande gioia al Presidente.

cosimo de matteis

 

 

pensieri di un brindisino onesto

Ho già parlato http://forzabrindisi.myblog.it/archive/2011/02/11/brindisi-e-il-brindisi.html di  “quanto è importante una informazione corretta, chiara e completa. Se poi c’è competenza, passione ed obiettività è ancor meglio: diversamente si rischia -anzi:talora avviene- di creare delle faziosità non disinteressate che finiscono col dividere “. Naturalmente ho solo scoperto l’acqua calda. Ma non sempre  dire cose scontate -addirittura ovvie- è sbagliato o indice di banalità. Anzi, già gli antichi sapevano bene che repetita juvant  e quindi non ho rèmore: senza indugio amo ripetere certi concetti. E lo faccio perchè ciò giova, appunto. Faccio un esempio che, naturalmente, apparirà banale e già sento la eco dei “era bbuenu ci erunu quisti li problemi” (che esprime una sorta di benaltrismo del volgo) : tutti sappiamo che le indicazioni del Codice della strada e la segnaletica vanno rispettate, ma sul tratto terminale di Via Andrea Mantegna -all’altezza dell’ufficio postale- praticamente vengono ignorate. Vi è, in quel tratto, un divieto permanente di sosta su entrambi i lati della strada. Naturalmente ciò è abbondantemente indicato dalla segnaletica. Eppure durante le ore d’apertura del già citato ufficio quel tratto di strada è pericolasamente intasato dagli scorrettissimi automobilisti che parcheggiano selvaggiamente laddove è vietato. E ciò avviene nella indifferenza pressochè totale. Da dire che in quel punto transitano i bus di linea -circa ogni quarto d’ora- e lascio immaginare come è contento l’autista del mezzo pubblico quando deve infilarsi in quell’imbuto! Ribadisco: indifferenza pressochè generalizzata, anche espressa dal silenzio dei passeggeri del mezzo pubblico durante le mille manovre che sono necessarie per superare quella strozzatura causata dal comportamento indisciplinato degli automobilisti. Eppure criticare è lo sport preferito ed invece niente: nessuno che si meravigli della assurdità di quei parcheggi. Tanto più assurdi se si considera che, lì nei presi, vi sono ampi spazi di parcheggio-pubblico e privato- assolutamente gratuito e tutt’altro che distante. No. Devono parcheggiare lì, a due metri dalla posta.

Ho già detto che sono consapevole di quanto sembrerà futile questa mia denuncia. Ma, non solo non è futile: è un esempio di come cose che paiono ovvie, scontate in realtà non lo sono. Lì, nonostante in teoria siam tutti daccordo che vanno rispettate le norme in realtà esse vengono puntualmente violate.santelia 4 dicembre 2009 004.jpg

E comunque è solo un esempio di cui mi sono servito per ribadire il concetto del repetita juvant. Ora, tutti sappiamo che un ladro non gradisce di sentire che il suo è un gesto grave, ingiusto, un peccato che danneggia lui ed altre persone. Ed un evasore fiscale abituale, ad esempio chi regolarmente non rilascia fattura, difficilmente parteciperà ad un convegno in cui si parla dei danni provocati dalla pessima abitudine -oltre che reato- di evadere il fisco e truffare lo Stato. Così un giornalista  improvvisato  e scorretto (e magari anche poco preparato ed incompetente) non gradirà leggere laddove si parli del livello basso toccato dal giornalismo locale. Ed invece ciò và ribadito. Di fronte a storture propinate quotidianamente non si può rimanere inerti e silenti. Anzi: bisogna indignarsi e gridare con tutte le proprie forze. Ma qualcuno potrebbe dirmi: “ma ti sei messo in testa di catechizzare gli abitanti di una città che ha voluto quasi alla unanimità come loro principale rappresentante un pluricondannato? Ma allora sei un illuso o, peggio, un matto”. Ed io, di fronte a tale appunto, non potrei che annuire in silenzio. E magari pensare a quel nostro grandissimo concittadino che già cinque secoli fà ravvisò bassezze e corruzione e, pur amandola, non ci tornò mai. Neppure da morto. Naturalmente parlo di Padre Lorenzo da Brindisi (al secolo Giulio Cesare Russo, nato in via Carmine), santo e Dottore della Chiesa.

cosimo de matteis