LEPORANO – Scoperta evasione fiscale da due milioni di euro

Beni mobili per circa due milioni di euro sono stati sequestrati dalla Guardia di finanza ad un istituto di vigilanza privata di Leporano che avrebbe evaso il pagamento dell’Iva per oltre due milioni. I sigilli, su disposizione del gip del tribunale, sono stati apposti a due appartamenti, a due aree urbane, un garage, un locale commerciale, un terreno agricolo, a 17 autovetture aziendali, ad una barca di dieci metri, a titoli di credito e a disponibilita’ finanziarie. La gestione dell’impresa e’ stata affidata ad un amministratore giudiziario che dovra’ garantire il mantenimento del posto di lavoro agli oltre 100 dipendenti.

MESAGNE: La Guardia di Finanza scopre presunta evasione di 24 MILIONI DI EURO

mesagne.gifUna presunta evasione fiscale di oltre 24 milioni di euro e’ stata scoperta dalla Guardia di finanza a Mesagne  da parte di una societa’ che opera nel settore dei trasporti di merci su strada e di vendita di bibite. Due amministratori dell’impresa, succedutisi nel corso degli anni, sono stati denunciati. Secondo le indagini, la societa’ ha omesso di dichiarare elementi positivi di reddito per 22 milioni di euro e Iva per oltre due milioni.

pensieri di un brindisino onesto

Ho già parlato http://forzabrindisi.myblog.it/archive/2011/02/11/brindisi-e-il-brindisi.html di  “quanto è importante una informazione corretta, chiara e completa. Se poi c’è competenza, passione ed obiettività è ancor meglio: diversamente si rischia -anzi:talora avviene- di creare delle faziosità non disinteressate che finiscono col dividere “. Naturalmente ho solo scoperto l’acqua calda. Ma non sempre  dire cose scontate -addirittura ovvie- è sbagliato o indice di banalità. Anzi, già gli antichi sapevano bene che repetita juvant  e quindi non ho rèmore: senza indugio amo ripetere certi concetti. E lo faccio perchè ciò giova, appunto. Faccio un esempio che, naturalmente, apparirà banale e già sento la eco dei “era bbuenu ci erunu quisti li problemi” (che esprime una sorta di benaltrismo del volgo) : tutti sappiamo che le indicazioni del Codice della strada e la segnaletica vanno rispettate, ma sul tratto terminale di Via Andrea Mantegna -all’altezza dell’ufficio postale- praticamente vengono ignorate. Vi è, in quel tratto, un divieto permanente di sosta su entrambi i lati della strada. Naturalmente ciò è abbondantemente indicato dalla segnaletica. Eppure durante le ore d’apertura del già citato ufficio quel tratto di strada è pericolasamente intasato dagli scorrettissimi automobilisti che parcheggiano selvaggiamente laddove è vietato. E ciò avviene nella indifferenza pressochè totale. Da dire che in quel punto transitano i bus di linea -circa ogni quarto d’ora- e lascio immaginare come è contento l’autista del mezzo pubblico quando deve infilarsi in quell’imbuto! Ribadisco: indifferenza pressochè generalizzata, anche espressa dal silenzio dei passeggeri del mezzo pubblico durante le mille manovre che sono necessarie per superare quella strozzatura causata dal comportamento indisciplinato degli automobilisti. Eppure criticare è lo sport preferito ed invece niente: nessuno che si meravigli della assurdità di quei parcheggi. Tanto più assurdi se si considera che, lì nei presi, vi sono ampi spazi di parcheggio-pubblico e privato- assolutamente gratuito e tutt’altro che distante. No. Devono parcheggiare lì, a due metri dalla posta.

Ho già detto che sono consapevole di quanto sembrerà futile questa mia denuncia. Ma, non solo non è futile: è un esempio di come cose che paiono ovvie, scontate in realtà non lo sono. Lì, nonostante in teoria siam tutti daccordo che vanno rispettate le norme in realtà esse vengono puntualmente violate.santelia 4 dicembre 2009 004.jpg

E comunque è solo un esempio di cui mi sono servito per ribadire il concetto del repetita juvant. Ora, tutti sappiamo che un ladro non gradisce di sentire che il suo è un gesto grave, ingiusto, un peccato che danneggia lui ed altre persone. Ed un evasore fiscale abituale, ad esempio chi regolarmente non rilascia fattura, difficilmente parteciperà ad un convegno in cui si parla dei danni provocati dalla pessima abitudine -oltre che reato- di evadere il fisco e truffare lo Stato. Così un giornalista  improvvisato  e scorretto (e magari anche poco preparato ed incompetente) non gradirà leggere laddove si parli del livello basso toccato dal giornalismo locale. Ed invece ciò và ribadito. Di fronte a storture propinate quotidianamente non si può rimanere inerti e silenti. Anzi: bisogna indignarsi e gridare con tutte le proprie forze. Ma qualcuno potrebbe dirmi: “ma ti sei messo in testa di catechizzare gli abitanti di una città che ha voluto quasi alla unanimità come loro principale rappresentante un pluricondannato? Ma allora sei un illuso o, peggio, un matto”. Ed io, di fronte a tale appunto, non potrei che annuire in silenzio. E magari pensare a quel nostro grandissimo concittadino che già cinque secoli fà ravvisò bassezze e corruzione e, pur amandola, non ci tornò mai. Neppure da morto. Naturalmente parlo di Padre Lorenzo da Brindisi (al secolo Giulio Cesare Russo, nato in via Carmine), santo e Dottore della Chiesa.

cosimo de matteis