le comiche finali (finali?)

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Parafrasando -anzi: riprendendola in toto- la espressione di un noto politico adultero si potrebbe dire che davvero “siamo alle comiche finali”. Poi, come tutti ricordano, quella persona –che vive in situazione stabile di peccato mortale- partecipò alle comiche finali (anzi: ne fu forse il personaggio principale, una sorta di capo pagliaccio) e quindi contribuì allo svilimento del panorama politico nazionale e delle istituzioni. Ecco, mutatis mutandis, siamo alle comiche finali anche qui, nel microcosmo della politica di provincia. E ci sarebbero davvero tutti gli elementi per un lungometraccio o almeno per un lungo sketch che però susciterebbe colossali ilarità.

Nulla di nuovo o di particolarmente originale: siamo alle solite, insomma. Con il disperato tentativo di conquistare il potere (ed il poco odoroso sotto-potere). La gag odierna (o meglio: quella piu spassosa) è una sorta di comunicato   -parentesi: alcune testate riprendono codesti comunicati ma in realtà parrebbero gli estensori stessi dei medesimi mentre in altri casi ne sembrano i principali destinatari: una curiosa osmosi che costituisce la ennesima macchietta- asserente la volontà(?) della società civile, simpatizzanti(???), militanti di giungere alla unità. A parte che si rasenta la banalità del “venezia e meravigliosa ma non ci vivrei mai” ma la cosa veramente gustosa è che le firme a piè di pagina sono dei maggiori capi e capetti indigeni, compresi quelli che giuravano di aver definitivamente chiuso con la “politica attiva”. Anzi, non è impossibile pensare che proprio costoro, dal presunto buen ritiro, dettino legge e tirano le corde dei burattini (come si dice in vernacolo burattini? forse “pupazzi”?). Nulla di nuovo, come abbiam subito precisato. Ma, si sa, certi film fanno sempre ridere. Anche se li vedi cento volte.