Ennesimo tentativo di suicidio a Brindisi – considerazioni

Ennesimo tentativo di suicidio a Brindisi, cronaca, tentato suicidio, punta penne, granchio rosso, provvidenza, suicidi, fede in dio, Se non ricordo male esiste una norma che vieta agli organi di informazione di riferire le notizie di suicidi o tentativi di suicidio o comunque di dare la notizia in modo discreto e senza inutile enfasi. La spiegazione è presto detta: l’effetto-emulazione è lì in agguato. Ricordo precisi dati statistici (studiati ai tempi dell’università) che parlavano di un formidabile aumento dei suicidi dopo che qualche personaggio famoso (attore, politico, rock star eccetera) aveva appunto compiuto l’insano gesto. Questo per quanto riguarda l’aspetto dei mezzi di comunicazione (ed ognuno, in cuor suo, può da solo pensare a quali testate enfatizzano i suicidi e quali invece danno la notizia con garbo e discrezione e senza urlare).

Ora, è evidente che ne parlo in quanto nella nostra città si son verificati, nel giro di poche ore, due tentativi di suicidio di cui uno, purtroppo, è andato in porto. L’ultimo in ordine di tempo è avvenuto la mattina di lunedì 29 ottobre: è stato individuato una persona (pare un quarantenne, sposato con figli) nei pressi del litorale a nord di brindisi –in zona Punta Penne- che si era appartata con la sua auto, chiusa dall’interno, ed aveva appunto tentato il suicidio col macabro rito del tubo del gas di scarico. La persona, mentre scrivo queste brevi note, è viva (tralasciamo la difformità delle notizie date sulla sua salute: per alcuni sarebbe gravissimo ed invece per altri non sarebbe in pericolo di vita) e deve ciò ad un provvidenziale (nella accezione letterale del termine: Dio è Provvidenza) avvistamento da parte di una ambulanza che a sua volta ha chiamato la Polizia. Gli agenti han dovuto rompere i finestrini –riportando alcune ferite- per trarre in salvo l’uomo che, diversamente, sarebbe morto.

Ecco, questi i fatti. Ora senza indugiare in considerazioni pesanti (e comunque: nessuno è obbligato a leggere!) è certa una cosa: con le dovute eccezioni chi tenta il suicidio è una persona che non crede in Dio, che ha perduto (oppure mai avuto) la fede in un Creatore immensamente buono e provvidente che ci ha chiamato alla vita con amore e per amore e che vuole donarci la gioia piena e vera fin da quaggiù ma soprattutto in Cielo. Questo dice la nostra fede. E, ripeto, è un fatto che il piu alto numero di suicidi (fatto salvo i casi di turbe psichiche) si registra fra gli atei. Ognuno -se vuole- pensi a questa cosa. E pensi se lui crede veramente nell’amore di Dio che va ben oltre questa passeggera esistenza terrena.

cosimo de matteis