continuano le lezioni di giornalismo, sebbene non richieste. nonostante gli strafalcioni e le inesattezze imperversano le “lezioni”: sia in modo indiretto, confezionando pezzi di altissimo valore giornalistico o realizzando interviste che passeranno alla storia, sia in modo diretto bacchettando un po’ tutti i colleghi. C’è chi si è pure risentito ed ha risposto per le rime ma questi sono affari loro. quel che pare oramai certo è il livello medio del giornalismo locale. Basso. Molto basso.
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V E R G O G N A
(ANSA) – BARI, 5 GEN – ”L’unico sentimento che si puo’ provare per la diffusione delle foto di quel che restava della povera Sarah Scazzi e’ di vergogna. Quello non e’ giornalismo, non il giornalismo che, nello spirito della Costituzione, serve ai cittadini”. Cosi’ il presidente dell’Ordine dei giornalisti Enzo Iacopino commenta la pubblicazione delle foto del recupero del corpo di Sarah Scazzi ad Avetrana sul Corriere della Sera e sul Corriere sul Mezzogiorno. Le immagini riportate sui siti on line dei quotidiani sono state poi rimosse. (ANSA).
Ci associamo, in toto, alle parole espresse dal Dottor Iacopino. E non aggiungiamo altro. L’unica speranza è che, davvero, qualcuno provi un sentimento di vergogna.(cdm)
s c i a c a l l i
Si sà, gli avvoltoi attendono la morte altrui e poi ne “godono” perchè accontentano l’istinto mangiando il cadavere. Ma, appunto: sono bestie. Bestie che agiscono secondo l’istinto, non vi è cattiveria o altri “sentimenti” in loro che, come è noto, sono una prerogativa dell’essere umano. Il quale se è vero che può raggiungere vette straordinarie di santità è pur vero che -ed è un caso tuttaltro che infrequente- spesso sprofonda piu o meno consapevelmente in abissi di perversione, miseria e peccato. E questo è sotto i nostri occhi. Le bestie, dicevamo, agiscono secondo gli impulsi: esse non “pensano” (sebbene certo scientismo ideologizzato da decenni ci trubba i canali con la storia delle affinità fra l’uomo -il Signore della Creazione- con le bestie), basta vederle quando si accoppiano fra loro.Bestialmente, appunto. L’uomo invece pensa, ragiona, sragiona, ama, odia,si vende, lecca, àmbisce. E l’ambizione acceca e rende disposti a t u t t o. Ed ecco che uno sventurato, in situazioni ancora tutte da chiarire, si uccide e l’uomo lo sbatte in pagina.Di più: in prima pagina. Pecunia non olet, certo. Ma questa è una aggravante, non una giustificazione. Credo vi sia una norma non scritta (anzi: da qualche parte venne pure messa nera su bianco ma si sà che certe categorie si ritengono al di sopra di ogni legge) che invita a non dare particolare enfasi a questi eventi disgraziati. Si dirà: il diritto di cronaca. E vabbè, mettilo dentro il giornale, due righe e amen, se davvero il problema è DARE LA NOTIZIA. Nè solo questo: la già citata norma (scritta o non scritta che sia) diciamo che può essere PARZIALMENTE bypassata in casi eccezionali. Chessò, un personaggio famoso(molto famoso), una “storia” troppo giornalisticamente(diciamo così…)”appetibile” per non esser data coi titoloni e foto a gogò.
Ma, ditemi voi, che gusto c’è a infierire su uno sventurato semisconosciuto che si è buttato sotto un treno? Diritto di cronaca? Ma va….
L’augurio, di cuore, è che nessuno dei familiari di codesti professionisti e candidati al pulitzer abbia mai ad avere la tentazione di farsi fuori. E’ bruttisimo -ritengo- avere un morto in casa -in quelle circostanze poi!- e sentire il fecale ronzio delle mosche, olezzanti di feci, che “sbranano” il cadavere. Credo sia davvero brutto.