Il calcio che non ci piace

12mila.jpgForse è giunto il momento di una sana “battaglia” -con mille virgolette, sia chiaro- per provare a salvare il calcio. Concordo che non è una cosa essenziale, non è una priorità -sebbene vedere quella marea di sbandati, spesso sotto effetto di sostanze, inneggiare alla violenza e contro le Forze dell’Ordine, non è proprio uno “spettacolo” che può lasciare indifferenti chi ha responsabilità educative. Ma sarebbe riduttivo individuarla come l’unica piaga -sebbene purulenta e poco odorosa- del mondo del calcio. Ci sono cose che è impossibile accettare, che non si possono ignorare o far finta di niente: purtroppo -ed è inutile nascondercelo- anche nell’àmbito dilettantistico il “dio denaro” comincia a penetrare. E non pensate solo alla Serie D che è pur sempre un Torneo Nazionale di un certo rilievo. E non pensate solo agli ingaggi “travestiti” da rimborso spese. No, amici. C’è di peggio. Ci sono già in atto comportamenti -sul piano legale in regola, almeno così voglio pensare- che tendono a scimmiottare il professionismo e, di fatto, finiscono con sfigurare la bellezza dello sport. Che senso ha, per esempio, organizzare un “calcio-mercato dilettanti” che è sostanzialmente una parodia di quanto avviene all’Ata Quark di Milano. Ma, personalmente, pur non condividendo la triste deriva del calcio moderno (ma io lo dico sul serio, non come slogan banalotto) non posso che vedere il calcio mercato in àmbito professionistico come una cosa normale (diciamo così.In realtà non è eticamente accettabile che uno guadagni milioni di euro per due calci al pallone) che rispecchia l’andazzo oramai imperante.

Ma, santo Cielo, pure nei dilettanti? E’ come se si fosse già “spremuto” tutto il professionismo in tutti i modi possibili ed immaginabili (dalle pay-tv ai mega procuratori) ed ora, come gli avidi cercatori d’oro del Klondike si cercasse qualche pagliuzza aurea spingendosi in zone inesplorate. Ed ecco che scopri di veri e propri servizi a pagamento -attivabili online con carta di credito- di messaggistica attraverso apparecchio mobile di risultati della Seconda Categoria. Si, forse non lo sapete ma -non so chi è stato il  primo, l’ideatore, nè mi interessa- è stato trovato persino questo “business” (quanto sia redditizio non lo so e francamente non mi importa) ma è davvero sintomatico che c’è chi paga somme (non basse, secondo me) per aver sul proprio display il risultato di cutrufiano-veglie o pro gioia-grumo appula! Ripeto: tutto nella Legge.O almeno son convinto che sia così. Ma il punto naturalmente non è questo (nè spetta a me “indagare”): io come sincero appassionato di calcio ho dovuto faticare a credere che si potesse giunger a tanto: far soldi inviandoti un sms col risultato del Torremaggiore o del San Pancrazio. Mi fermo qui ma, tornerò sull’argomento.

E preannuncio che ci occuperemo, con garbo e discrezione, del mondo dei procuratori, agenti fifa, agenti figc, che roteano attorno al calcio freneticamente e spesso, con giacca e cravatta. Un tempo c’erano i rappresentanti: si mettevano, appunto, in giacca e cravatta, e si giravano i paesi delle sperdute montagne calabresi a cercare di vendere una batteria di pentole e padelle. Ovviamente col tempo si son sviluppate delle varianti (enciclopedie, computer, quadri eccetera) ma la sostanza è quella. E ricordo ancora un compagno di studi, siciliano mi pare fosse, che con un cinismo che ancora mi raggela, mi disse (in vernacolo ma ve lo traduco) io me ne fotto se questi hanno soldi o meno, io devo solo vendere e besta. se poi non ce la fanno a pagare peggio per loro (ed altre cose, mi disse, che per decenza vi risparmio).

Sicchè, questo è il mio punto di vista sui “venditori” (di quasi tutte le guise). Ebbene, torneremo a parlarne. Perchè l’avidità di denaro e la mancanza di scrupoli sono cose intollerabili.