Dal Presidente della Università Popolare di Carovigno, Luigi Cesaria, riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato. Cesaria lamenta il problema della desertificazione e, piu in particolare, della poca cura al verde pubblico della cittadina brindisina. Secondo Cesaria il problema non è rinviabile ed imbastisce un appello accorato in tal senso. Il Comunicato, come ognuno potrà leggere, ha in sè un evidente amore a Carovigno, e questo indipendentemente dal contenuto del quale, come è ovvio, è responsabile unicamente lo stesso Cesaria.
Ecco dunque il testo integrale:
E’ appena stato pubblicato un articolo da un Quotidiano locale sulle costruende rotonde ed improvvisamente vengono inutilmente abbattuti i due alberi secolari a ridosso del Convento del Soccorso, sotto i quali si riposavano al fresco il procaccia ed viandanti diretti a Brindisi.
Alcuni giorni fa ne sono stati abbattuti un ventina nei pressi dell’Istituto “N. Del Prete”.
Un tempo accorti amministratori, fra i quali va particolarmente ricordato il Cav. Grand’Uff.le Francesco Lanzillotti, compianto sindaco di Carovigno, curavano, incrementavano e soprattutto amavano il verde.
Oggi si assiste, invece, ad un incessante depauperamento del patrimonio del verde cittadino. Anche gli alberi seccati o fatti seccare lungo le pubbliche vie non sono mai state ripiantate. Oggi il verde cittadino si è molto ridotto e vive in un continuo degrado per l’assenza di una politica di prevenzione, cura ed incrementazione, per l’assenza e indifferenza della pubblica amministrazione: dopo 5 lustri il verde pubblico si è alquanto ridotto. La mancanza di una politica di salvaguardia del verde ha prodotto, negli anni passati, notevoli incendi in aree boscate: ex discarica di via Belvedere, parco Provinciale, canalone di Pantanagianni ecc.
A tal proposito, riguardo agli incendi continuati di Pantanagianni, riconosciuti dolosi dai Vigili del Fuoco, nel dicembre scorso Legambiente, WWF e Protezione Civile di Carovigno hanno chiesto al sindaco di Carovigno se fossero state rilasciate o se fossero state richieste concessioni edilizie sul canalone di Pantanagianni, area percorsa dal fuoco ed inedificabile per 10 anni. Ad oggi non è pervenuta risposta alcuna da parte del sindaco.
Un tempo a Carovigno, ma l’usanza sopravvive ancora oggi, era solito chiamare le persone, i professionisti ma anche i sindaci, con nomignoli che ne richiamavano le caratteristiche fisiche, il mestiere, gli interessi, gli hobbies ecc.: sono così sorti gli appellativi lu sinnicu di li pricuechi (il sindaco dei percochi perché aveva un coltivazione di percochi), lu sinnicu di li bavugli (il sindaco delle bare perché vendeva anche bare), manimuzzu (mancante di una mano), capacchioni (per l’evidente grandezza della testa).
Chissà se, in questi ultimi mesi del suo mandato, l’attuale sindaco sarà appellato SCAPPA IARVULI (sradica alberi).
Luigi CESARIA – Presidente Università Popolare “G.Cesaria” Onlus