I furbetti sono ovunque: dai miserabili che entrano (o cercano di farlo) a sbafo al campo a quelli che “rubano” (in senso figurato, ca va sans dire) un po’ di più.
E’ il caso –non solo pugliese- di quei Consiglieri Regionali che, per grazia ricevuta (nessuno di loro ha avuto UN VOTO DI PREFERENZA) si trovano ora pure al Parlamento a guadagnare trenta milioni al mese. Occorre che facciano una chiara opzione. E’ persino evidente la tremarella di costoro che, appena approdati a Roma, sentono odore di scioglimento delle camere ed allora si tengono stretto pure il seggio di Via Capruzzi.
A Brindisi direbbero che han paura di perder “filippu cu tuttu lu panaru”. Ma, adagi popolari a parte, la situazione è quella: decidano a quale vacca debbono allattare. Si tratta di denaro pubblico e non è un bell’esempio quello che danno. Fortunatamente, pare, si muova qualcosa. Vedremo se i ricorsi presentati al Tribunale di Bari avranno un qualche esito. Nel frattempo costoro continuano a prendere denaro pubblico da due fonti, a partire dall’omosessuale abortista di Terlizzi.
Per pura informazione ecco gli undici consiglieri regionali pugliesi col doppio incarico: Nichi Vendola (Sel), Rocco Palese, Massimo Cassano, Pietro Iurlaro, Roberto Marti, Gianfranco Chiarelli e Lucio Tarquinio (questi sei sono tutti del Pdl), Antonio Decaro e Michele Pelillo del Partito Democratico – Pd ed i comunisti Dario Stefano e Antonio Matarrelli (Sel).