se il candidato pubblica barzellette pornografiche

Ognuno è libero di farlo, partiamo da qui. E del resto lo stesso Bill Gates affermò pubblicamente che la piu parte dei fruitori del pc lo usavano per la pornografia (e affini). E quantificò anche gli sporcaccioni (parlò dell’80%). Ora, io ho voluto cominciare con questi dati perchè non appaia un tentativo di ridurre le libertà personali e neppure di puntare il ditino dimenticando che il mondo è pieno di sporcaccioni.

Però chi si candida (sarebbe opportuno andare a vedere la etimologia del termine, o almeno coloro che non lo sanno) in qualche modo, persino con la “inflazione” dei candidati (solo trenta anni fa era impensabile una tornata amministrativa con oltre 22 liste e centinaia di candidati che, obiettivamente, non hanno lo spessore per diventare amministratori di una città, ma la democrazia è così e prevede pure questi impazzimenti) non deve dimenticare che diventa un “personaggio pubblico” e che, per definizione, il candidato è sottoposto in campagna elettorale al giudizio del cittadino-elettore.

Quella barzelletta non è brutta: fa schifo. E non sperate che io la riproponga: sono rimasto scandalizzato nel leggerla e ho stentato a credere che davvero un candidato avesse pubblicato qualcosa del genere. Non riproporrò quella porcheria: sono stato educato in un certo modo e mi è stato insegnato che le parolacce neppure si ripetono. Figuriamoci quella schifezza che è molto peggio di una “semplice” parolaccia.