«Italiano prigioniero sono»
Sabato 25 maggio (ore 21)
al Teatro Verdi in scena il nuovo lavoro di «Meridiani perduti»
di e con Sara Bevilacqua
musiche Daniele Bove
voce Daniele Guarini
drammaturgia Emiliano Poddi
disegno luci Paolo Mongelli
grafica Piero Gioia
Torna al Verdi con il suo terzo appuntamento la rassegna «Attimi di scena», uno spazio che la Fondazione dedica alle realtà del territorio protagoniste della scena contemporanea.
Il dramma della prigionia nei campi di lavoro della Germania nazista è il tema narrante di «Italiano prigioniero sono» di Sara Bevilacqua con la drammaturgia di Emiliano Poddi, il nuovo lavoro di «Meridiani perduti» in programma sabato 25 maggio alle ore 21.
16 aprile 1945. L’aviazione russa bombarda il campo di prigionia di Francoforte sull’Oder e Oscar, brindisino classe 1923, può mettersi in fuga, destinazione Berlino. Sono passati due anni, due anni senza fine, da quando è prigioniero di quel filo spinato che rabbuia il cielo. Il tempo passa tra un espediente e un ricordo, le giornate a Brindisi, gli amici, gli affetti, quel futuro che improvvisamente ha invertito la rotta come una nave in partenza dal porto sotto casa. Resta l’uomo che si ripiega in sé, sale sulla tradotta che lo porta in un paese sconosciuto, fatto di neve e di terrore, la storia della civiltà ripercorsa al contrario, dal paese di provincia al capolinea dell’inferno. Da quando il treno si fermerà, vomitando il suo carico di umanità compressa, ogni azione sarà ripetuta in un rituale che disfa e annienta: tolti i vestiti, rasati i capelli, il nome diventa un numero da masticare in tedesco. Lo spettacolo mette in scena la vicenda di Oscar, il suo racconto così sfaccettato di episodi, tanti, perché solo chi ha vissuto quella esperienza può ricostruire con dovizia la barbarie.
Lo stesso Primo Levi scriveva di quante volte avesse usato, nella sua vita civile, le parole fame e freddo ma che solo all’interno del campo ne avesse compreso tutto il significato. La vita del lager, con i sentimenti di paura e rabbia, il valore della sopravvivenza, sono interpretati con la forza emotiva dei ricordi, due anni dal 1943 al 1945 che segneranno profondamente tutti gli altri. Il filo narrativo corre in mezzo alla memoria, lo fa anche la musica con Daniele Guarini e Daniele Bove che, voce e pianoforte, ritornano a quelle pagine in cui improvvisamente la civiltà si è oscurata.
25 aprile 1945. Oscar è a Berlino con il suo compagno Nino, nascosto in uno scantinato, i soldati russi lo scoprono, lo scambiano per nazista ma lui se la cava biascicando poche parole nella lingua degli zar. Adesso è libero e salvo, sa di poter arrivare in fondo, non solo alla giornata, ma al viaggio che lo riporterà a Brindisi. Migliaia di pedalate sulla strada di casa, drammatiche, frementi, disseminate di pericoli ma tutte in discesa. Alle spalle lo strazio di città dilaniate dall’ennesimo impeto di follia. «Italiano prigioniero sono» è l’avventura di un eroe che da quell’abisso della ragione è riuscito a tirarsi fuori. Inforcando la sua bicicletta e pedalando come un treno verso Brindisi.
Si comincia alle ore 21.00.
Info www.fondazionenuovoteatroverdi.it e tel. 0831 229230
Prenotazioni presso botteghino Nuovo Teatro Verdi
Apertura mercoledì ore 11.30-13.30 e 16.00-18.30
Tel. 0831 562554
Brindisi, martedì 21 maggio 2013
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Fondazione Nuovo Teatro Verdi – Brindisi
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