le strade di Brindisi devastate dai lavori

Che nella nostra città -come nella più parte della realtà meridionale- le strade urbane ed extraurbane (quelle urbane soprattutto) siano messe male non è una novità. Giusto, per carità, provare a rivendicare un maggiore decoro ma scarse le possibilità di essere ascoltati dalle Istituzioni.

massoneria

Si parla dunque del vero e proprio dissesto elle strade cittadine – al centro un po’ le ditte cercano di salvare la faccia forse ma in periferia è un disastro-  perché da quasi un lustro – e specificamente negli ultimi due/tre anni- i lavori di distruzione del manto stradale si sono accentuati in maniera preoccupante.

Probabilmente le ditte si sono sentite ben spalleggiate: sia dalle Istituzioni (nazionali e locali) e soprattutto dalle grosse aziende che han loro commissionato quei “lavori”-

E qui uno, ammesso che abbia avuto la pazienza di leggere sin questo punto, si chiede: “MA DI CHE STAI PARLANDO”? Domanda legittima. Si parla di big tech.

Poiché hanno deciso – si,  hanno deciso-  che devono stravolgere la nostra realtà con il massiccio e spropositato “aggiornamento digitale” (addirittura han creato un Dicastero apposito! Assurdo!) ecco che tutto quello che viene fatto per questa “nobile causa” è non solo tollerato ma anzi premiato.

Ergo, distruggano pure la strada (e poi mettono la foglia di fico del tappetino di bitume: foglia di fico, appunto. Le strade sono compromesse) tanto nessuno gli farà o dirà niente. Lo si nota pure in una certa sprezzante altezzosità con la quale giovani architetti guardano i cantieri. Se ne strafregano dei cittadini a cui stanno distruggendo le strade (e già basterebbe questo) e presto devasteranno gli organismi – si, il corpo umano- attraverso quei diabolici cavi che stanno interrando.

Non ci credete? Peggio per voi. E chi vuole convincervi….

E’ MORTO MONSIGNOR ANGELO CATAROZZOLO

La Diocesi, nel dare notizia della morte di Mons. Angelo Catarozzolo, usa la seguente espressione: “Senza preavviso, se non quello dell’età ormai avanzata”. Ed è proprio così. Sazio di giorni e lucido –in mattinata ha celebrato la Santissima Eucaristia, l’ultima per lui quaggiù prima della Liturgia Celeste- è morto nella tarda serata di lunedì 2 luglio 2018.

MONS. ANGELO CATAROZZOLO 18 Ottobre 1925   –   2 Luglio 2018

Mons. Catarozzolo era di Mesagne – qui era nato il 18 ottobre del 1925- ed era pienamente mesagnese, anzi un riferimento per l’intera comunità di Mesagne. Eppure era pienamente ecclesiale, nel senso di universale, cattolico appunto.

Il suo essere mesagnese, diciamo così, passava in secondo piano rispetto al ruolo – quello di Vicario Generale- che ha ricoperto per lunghissimi anni. Lui era “il Vicario”: durante il lungo Episcopato di Mons. Settimio Todisco (1975-2000)  – centesimo Successore di San Leucio e primo Arcivescovo della “neonata” diocesi di Brindisi – Ostuni– ma anche dopo, quando non ricoprii più tale incarico.

Pastore, giornalista, scrittore. I “ruoli”, da lui così ben ricoperti, lo rendevano un trait d’union fra l’Ovile Santo che amava e serviva incondizionatamente e la comunità civile. Sia chiaro: da buon cristiano egli era nel mondo e giammai del mondo!

Ci penseranno altri a scrivere con completezza una nota biografica (anzi, già in queste ore, oltre al naturale tam tam ed il sano passaparola, le riviste online ne danno notizia: basti cliccare QUI ) io ho qualche ricordo personale che provo a narrare con semplicità e rapidità.

Anzitutto egli mi ha fatto “soldato di Cristo”! Ho ricevuto da lui, infatti, il Sacramento della Confermazione. Quel Battesimo ricevuto, per Grazia,  nella notte di Pasqua del 71 nella chiesa di San Benedetto da don Antonio Fella  è stato “confermato”, appunto, il 27 maggio 1984 nella Parrocchia “San Lorenzo da Brindisi” al quartiere Sant’elia. Era Pentecoste. Ed allora, molto più di oggi per chiare ragioni legate alla triste denatalità, il Vescovo delegava il suo Vicario per amministrare il sacramento della Cresima ad innumerevoli ragazzi e fanciulli della Diocesi. Ed in particolare la città Capoluogo aveva vissuto in pieno il “baby boom” (benedetto baby boom: ne tornasse uno ora!) e quindi Cresime e Prime Comunioni, soprattutto nelle parrocchie di periferia, vedevano coinvolti ogni estate centinaia se non migliaia di persone! Ecco, in quella Pentecoste dell’84 fu Mons. Catarozzolo ad impormi le mani, ungermi la fronte col Crisma e darmi lo schiaffetto. Padrino –o “cumpari” se preferite- mio fratello Teodoro.

Abbiamo detto Pastore, giornalista, scrittore: ebbene l’altro ricordo personale è in Curia ad un convegno-presentazione del libro su San Lorenzo (“Padre Brindisi”. Apostolo senza frontiere. QUI). Il volume era stato pubblicato qualche anno prima –nel 2005- ma volli esserci ugualmente. Di solito non amo la dedica autografa sul libro: un po’ perché sono timido e poi perché mi pare un rito stucchevole (tipo quello dei “selfie”) ma in questo caso, forse perché “spalleggiato” da mia sorella, ci recammo presso Mons. Catarozzolo che appose, ben volentieri e con tanta cordialità,  sul libro la dedica che qui trascrivo: “A Cosimino e Anna Maria, invocando protezione dal “nostro” S. Lorenzo. d. Angelo”.

Ed infine, più o meno lo stesso periodo ossia il 2009 o forse il 2010, ebbi modo di parlare un po’ più a lungo con lui. Io sempre timido ed impacciato non potevo però sottrarmi: eravamo seduti allo stesso tavolo! Gli altri commensali furono certo più loquaci di me e tuttavia durante il pranzo ebbi modo di ascoltarlo e potei così capire con quanta passione aveva seguito la vicenda umana e spirituale di Teodoro D’Amici e, più in generale, gli eventi prodigiosi di Jaddico.

Oggi, mentre mi appresto ad andare al suo funerale, metto in ordine questi miei ricordi. Ed aggiungo che l’ultimo scritto pubblico –è uscito sulla “Gazzetta del Mezzogiorno” qualche settimana fa- lo ha dedicato proprio al Santuario mariano “Maria Madre della Chiesa” di Jaddico!

La chiesa-santuario di Jaddico in costruzione: è il 1963

Ecco, ora Monsignor Catarozzolo è in Cielo. Vede nitida la verità, vede ancor più nitida la fugacità di questa vita (i suoi 93 anni son stati un soffio) e soprattutto vede il “nostro” San Lorenzo e la bellezza incomparabile della Madre di Dio. E noi siamo felici per lui che è entrato nella Vita Vera e nella gioia senza fine. A Dio don Angelo!

cosimo de matteis

I funerali, per sua espressa volontà, si svolgeranno nella sua parrocchia d’appartenenza (SS. Annunziata in Mesagne), oggi, martedì 3 luglio, alle ore 17.

Addio caro vulcanico Franco

Davvero impossibile non scrivere due righe su questo sito in ricordo di Francesco Sardano morto oggi all’età di 56 anni. Francesco –per tutti Franco- era conosciutissimo a Brindisi e soprattutto a Sant’Elia, il quartiere dove ragazzino andò ad abitare.

FRANCO SARDANO

Ancora molto giovane aprì lo storico “Bar Raffaello”, uno dei primi del quartiere e ad oggi ancora esistente (gestito ora dalla sorella Annarita). Erano i primi anni Ottanta e piazza Raffaello era, per così dire, il “centro commerciale” di Sant’elia: due bar (indimenticabile anche il Garden Bar di Franco Di Dio), l’edicola, il barbiere, il negozio di generi alimentari, la merceria, persino una boutique (la “Coquette”) ed un negozio di scarpe! Il tutto in un contesto che comprendeva anche il Consultorio Familiare (istituiti in Italia da pochi anni) in una struttura prefabbricata che ospitava anche l’ufficio vaccinazioni ed era sede del Consiglio Circoscrizionale.

Ebbene il Bar Raffaello di Franco Sardano era una “istituzione”: vulcanico e ricco di iniziative apportava spesso modifiche all’esercizio aggiungendo nuovi servizi che offriva alla sua fedele clientela. Ad esempio la ricevitoria per il Totocalcio (poi Totogol, SuperEnalotto eccetera) e persino il servizio fotocopie se la memoria non mi inganna!

Da non trascurare anche altre sue passioni: la collaborazione ad una delle prime “radio libere” di Brindisi (Radio New Time), l’organizzazione di tornei di calcetto (alcuni memorabili all’interno del centro “Buscicchio”) ed il calcio in generale, con il suo essere sfegatato milanista –lo sapevano tutti- che faceva il paio con l’altra sua passione: Vasco Rossi.

Una estate realizzò sul retro del bar un servizio di tavoli all’aperto ed aggiunse un piccolo forno: il Bar Raffaello era diventato anche pizzeria! Tale passione per la ristorazione (che aveva approfondito anche in esperienze fuori città) lo portò a quella che è sta (ed è tuttora) la sua ultima realizzazione. Verso la fine degli anni Ottanta, sulla scia del Bar Raffaello, nasce il “Bar Mantegna” (anche se tale nome non è mai stato molto conosciuto, anzi forse nessuno sa che si chiamava così).

Era successo che Franco aveva rilevato la gestione del piccolo bar del centro sportivo “Buscicchio” (che per tutti i santeliesi è –e resta- “la palestra”). E come era nel suo carattere lo aveva trasformato più volte apportando tante modifiche anche fisiche, strutturali.

Fino, come accennavamo prima, alla realizzazione di quello che era forse il suo “sogno”: una pizzeria all’aperto con servizi ai tavoli, musica e tanto altro. Ed è così che nacque il bar pizzeria “Al Parco”. In breve tempo l’esercizio di ristorazione –a conduzione familiare: coinvolta quasi l’intera sua famiglia e parenti stretti- divenne un luogo frequentatissimo, soprattutto d’estate. Con una clientela che andava ben oltre il raggio del quartiere ed anche della città.

E chissà cosa progettava per questa estate ormai alle porte. Ma non potrà realizzarlo, almeno non lui direttamente. Sant’elia –e Tuturano, la frazione dove era andato a vivere dopo il matrimonio- perde prematuramente Franco Sardano, si: anche lui un pezzo di storia del quartiere. A Dio Franco!

COSIMO DE MATTEIS

Anche TV2000 si occupa di Jaddico (e di Teodoro D’Amici)

Ed ora anche i telespettatori di TV2000 (che non sono pochi) han conosciuto Jaddico. Ne ringraziamo Dio! In studio il Monfortano padre Corrado Maggioni ha fatto una ottima introduzione alla nuova solennità – Maria Madre della Chiesa – introdotta con un Decreto dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti di cui il Cardinale Sarah è Prefetto e lo stesso Maggioni è Sottosegretario.

jaddico a tv2000

I due brevi collegamenti con Jaddico hanno pertanto diffuso nell’etere la storia della mariofania:  i luoghi, i protagonisti, i frutti. Il Rettore del Santuario brindisino –il mite Carmelitano Scalzo padre Enzo Caiffa– deve aver toccato i cuori dei telespettatori. O meglio: è la Vergine che ha operato nel ’62 su Teodoro D’Amici, toccando per primo il suo cuore, e poi accogliendo nella “sua casa” tutti i pellegrini che in questo mezzo secolo si sono recati in quel luogo benedetto.

I Carmelitani Scalzi sono lì dal 1986 chiamati dall’allora Vescovo di Brindisi Settimio Todisco. E nel silenzio e nascondimento hanno operato tutti: dalla Vergine Maria, Madre dell’Umiltà, a Teodoro D’Amici ed a tutti i primi “Servi della Madonna”(l’Associazione fondata dallo stesso D’Amici con i collaboratori della prima ora). Silenzio, garbo e raccoglimento hanno garantito i Carmelitani Scalzi ancora oggi custodi di questo Santuario aperto 24 ore su 24: notte e giorno.

Ai lettori di “Cronache Brindisine” (non brindisini)  suggeriamo un salto in questo Santuario, prima chiesa al mondo dedicata a Maria Madre della Chiesa. O reale, recandosi fisicamente in Puglia, oppure anche solo virtuale visitando il sito www.jaddico.it

Ai brindisini l’invito è quello di scoprire e riscoprire questo scrigno prezioso: la Madre è sempre lì, a qualsiasi ora, che ci attende con gioia.

ULTERIORE ARTICOLO (clicca qui) 

ENZO BALDASSARRRE – Un ricordo

Dal sito “La Voce di Sant’Elia” 

banner voce di santelia

Per un sito dedicato esclusivamente al Quartiere Sant’Elia la morte di ogni suo cittadino dovrebbe essere un evento (triste) da condividere, nella fede e nella preghiera; nell’amicizia e nella vicinanza.

Non può essere fatto per ogni persona, per ovvie ragioni, ma la morte di Enzo Baldassarre non può essere trascurata.

ENZO B.

Come molti ignoravo totalmente fosse seriamente malato (ho poi appreso che le persone a lui vicine –amici, colleghi politici, giornalisti- lo sapevano eccome).

Tralascio il “politico” e narro brevemente quanto ricordo di lui, personalmente.

Santeliese di piazza Segantini –una piazza, a suo modo, “storica” del quartiere, come le attigua piazza Fattori e piazza Tintoretto col “mini market”- ha abitato nel nostro quartiere, dalla prima metà degli anni Settanta, in un condominio all’epoca brulicante di ragazzi come tutto il Quartiere del resto.

E lì ha vissuto con la sua famiglia d’origine fin al matrimonio –con Gloria, altra santeliese- e quindi una permanenza nel quartiere di “soltanto” una ventina d’anni, anche meno (poi andarono ad abitare alla Commenda). Ma che anni! Quelli erano anni bellissimi: un quartiere popolare e popoloso che nasceva!

E nasceva pure la comunità cristiana: nel ’73 viene eretta canonicamente la Parrocchia –significativamente intitolata a San Lorenzo da Brindisi, il dotto Cappuccino compatrono della città e grande Dottore della Chiesa- e nel ’75 mons. Todisco nominava Don Angelo Iaia, giovane prete carovignese, primo parroco.

Come non ricordare la voce, diffusa dagli altoparlanti, che annunciavano la venuta e l’ingresso di Don Angelo. Chissà se fù Salvatore Antonazzo ad attrezzare la sua auto od altri collaboratori della prima –anzi: primissima- ora, per avvisare le persone che finalmente avevamo un Sacerdote!

Naturalmente tutti ricordiamo l’impegno, negli anni precedenti, del Salesiano don Quirico Terruli che, oltre a celebrare l’Eucaristia domenicale sotto i portici – una “primizia” che occorre attribuire al civico 2 di via Modigliani- benedisse moltissime case del nostro caro Quartiere.

Il soffermarmi su alcuni episodi della fase “pioneristica” della Parrocchia non è casuale: Enzo, e soprattutto la sua futura moglie, furono tra i primissimi giovani che si radunarono attorno a don Angelo. Gloria Bonafede e sua sorella Daniela –figlie dell’indimenticabile Guido- Massimo Biscosi, Patrizia Saponaro, Franco Cotrino, Luca Ferrari e certamente sto dimenticando tanti e tante.

Tutti ricordiamo che la sede provvisoria fu l’asilo di via Modigliani.  Lì si celebrava l’Eucaristia -feriale e festiva-  lì il catechismo, lì tutto. E tutti insieme: adulti, giovani, giovanissimi e bambini, come il sottoscritto. E tutto sotto l’amorevole cura e guida di don Angelo.

Ecco, ho voluto narrare brevemente tutto ciò perché, direttamente o indirettamente, appartiene alla giovinezza di Enzo Baldassarre trascorsa appunto a Sant’Elia.

Questi sono i miei piccoli ricordi. Ora prego per la sua anima, adesso al cospetto dell’Altissimo, ed invito chi legge ad unirsi alla preghiera: di suffragio per la sua anima e perché il Signore doni consolozione e pace ai suoi cari: la moglie, i figli, i fratelli Danilo e Toni –son quelli che conosco- e tutti i familiari e parenti.

ENZO BALDASSARRE

Enzo è morto la mattina di martedì 30 gennaio 2018, il funerale si terrà presso la chiesa dei Salesiani –parrocchia Sacro Cuore- in via Appia alle ore 15, mercoledì 31 Gennaio. Aveva solo sessanta anni. A Dio Enzo.

cosimo de matteis

Le storture all’esterno del Centro Commerciale “Le Colonne” – La denuncia dei politici

La facilità di accampamento dei rom, e non è la prima volta, oramai è diventato un fenomeno da non sottovalutare, nel centro commerciale Le Colonne di Brindisi sono accampate  più di 10 camper e roulotte.
Per questo dopo il sopralluogo di stamane, unitamente al coordinatore provinciale Paolo Taurino,  abbiamo deciso di segnalare il tutto.
L’ accampamento Rom, con roulotte e camper parcheggiati nell’area del centro commerciale, non sarà il futuro del nostro territorio nè quello che vogliamo.
Un sentito ringraziamento va al comandante della Polizia Municipale dott. Teodoro Nigro il quale,  nonostante le difficoltà derivanti dalla carenza di organico e mezzi, in meno di 24h dalla nostra segnalazione,  ha iniziato le operazioni di sgombero e liberato il parcheggio dai Rom.
Alessandro Tateo , Comunicato stampa “Noi con Salvini Brindisi” –  7 luglio 2017 

A Dio, caro zio Teodoro

aaSe un cristiano potesse scegliere il giorno della sua morte probabilmente penserebbe alla ricorrenza della Pasqua: in quel giorno Cristo vince la morte e ci rende partecipi della sua Risurrezione aprendoci le porte del Paradiso. Ebbene oggi, domenica 27 marzo 2016, Pasqua, è morto mio zio,  Teodoro Tedesco, brindisino, classe 28.

Nei necrologi e nei manifesti -laddove ancora questi si usano- un tempo era frequente la espressione “Cristianamente,  come visse,  e munito dei conforti religiosi è morto…” : tale frase calza a pennello per lui: una vita -una lunga vita- vissuta in modo garbato, premuroso, laborioso, cristiano.

Scrivere un ricordo di lui in un blog semisconosciuto può apparire un azzardo: chi, oggi,  a Brindisi, conosce Tedesco Teodoro? Lasciò la sua città ragazzo -diciottenne- per servire la Patria nella Polizia di Stato e Milano divenne la sua città: lì conobbe una giovane e bella friulana bionda -che sposò e che gli diede Adriana e Paolo, miei cugini- e lì oggi è morto, serenamente e, come detto, cristianamente.

Pertanto oggi la sua Brindisi, tranne noi suoi parenti, non sa che un suo figlio è volato in Cielo. Chi usa l’espressione “sciabbicoto” come sinonimo di “rozzo” oppure “zambro” spesso non conosce neppure l’etimologia di questo termine. Che rinvia a quella che era una delle zone più antiche e caratteristiche di Brindisi – il rione Sciabiche- che sorgeva lungo il seno di Ponente.

Storici locali od anche iniziative spontanee di cittadini -spesso usando i social media- rievocano pezzi di vita autenticamente brindisina. Ed è un bene. Ma, complessivamente, si va perdendo lentamente il ricordo: si assottiglia il numero delle persone che son nate, cresciute vissute lì, per ovvie ragioni anagrafiche.

Eppure un tempo, neppure troppo lontano, era quello – il rione Sciabiche- il cuore pulsante della città: lì mio nonno, Tedesco Teodoro pure lui (e come non vedere il quel nome di battesimo un forte richiamo al santo Patrono della città) come altri giovani laboriosi, artigiani e con un pizzico di sana voglia di impresa, metteva su una bottega per costruire barche, barche destinate ai tanti pescatori di Brindisi.

E dopo la dolorosa esperienza , in età ancora giovane, della vedovanza Tedesco Teodoro sposa mia nonna Antonietta Stea “sciabbicota” pure lei. E nascono, uno dopo l’altro, tanti figli: figli che sono essenzialmente dono di Dio. Alcuni muoiono in tenera età -cosa purtroppo frequente ad inizio Novecento- altri “resistono”: Teodoro, Raffaele, Carolina.

Carolina è la mia mamma, nasce nel ’32: neppure il tempo di vedere la sua Lina compiere due anni che il 1° settembre del 1933, mentre la città festeggiava il suo Patrono, Tedesco Teodoro – Mestru Ghiatoru- muore prematuramente. Resta vedova mia nonna Tetta con tre bimbi piccoli. E’ la vita, dura a volte.

Il tenore di vita cambia per la famiglia e soprattutto c’è la indelebile esperienza di restare orfani: zio Teodoro, il più grande, di anni ne aveva quasi sei, zio Raffaele quattro e la mia mamma diciassette mesi. Un piccolo grande dramma: un dramma che è tale -e tale resta- quando si perde un genitore perché muore. E la morte è un fatto naturale.

[Ma è un dramma anche quando viene a mancare un genitore per un capriccio egoistico degli adulti (si, adulti capricciosi: una paradossale realtà): altro che emancipazione della donna o conquiste di civiltà o progresso… il divorzio è una piaga, ed è un fatto culturale non naturale].

Il lettore non si intimorisca: non verrà narrata una lunga storia strappalacrime: si vuole solo ricordare Tedesco Teodoro, classe ’28, figlio di Tedesco Teodoro, che oggi, il Giorno di Pasqua, è nato al Cielo. Ed io ho voluto dirlo.

A Dio, zio Teodoro!

Cognomi a Brindisi – Guadalupi e poi?

BRINDISI veduta aereaTutti i brindisini (o quasi tutti) sanno che il cognome largamente più diffuso in città è Guadalupi. Segue, ma ben distanziato, Greco. Il terzo cognome per diffusione è Saponaro. Questo il podio: seguono altri cognomi molto diffusi ma non ci sentiamo né di dare cifre esatte. Li menzioniamo così , senza voler rappresentare una graduatoria.

Eccoli i cognomi più diffusi (dopo Guadalupi, Greco e Saponaro): Bruno, Corsa, Iaia, Quarta, Romano, Santoro, Semeraro. Riguardo quest’ultimo cognome –Semeraro- va detto che esso è il più diffuso, in assoluto, in tutta la Provincia di Brindisi. Ultima curiosità: a livello regionale il cognome più diffuso in tutta la Puglia è Greco.

Venerdì 13 febbraio – Ore 19 – Hotel Internazionale

INTERNAZIONALE

UNIONE GIURISTI CATTOLICI ITALIANI – BRINDISI

in collaborazione con

ROTARY CLUB BRINDISI VALESIO,

FORUM PROV. DELLE ASSOCIAZIONI FAMILIARI BRINDISI,

MOVIMENTO ECCLESIALE DI IMPEGNO CULTURALE BRINDISI,

presenta:

 

INCONTRO DI CULTURA E SPIRITUALITA’

c/o Hotel Internazionale Brindisi

Venerdì 13 Febbraio 2015, Ore 19.00

 

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Programma:

* Preghiera per l’Italia e Inno Nazionale

* Saluti delle Autorità

* Riflessioni sul Libro “ DIO NELLA CITTA’ ” di  Sua Santità  PAPA FRANCESCO

* Presiede: S.E. Mons. Domenico CALIANDRO – Arcivescovo di Brindisi-Ostuni

* Introduce e modera: Avv. Lorenzo MAGGI – Presidente U.G.C.I. –   Sez. Brindisi

* Relaziona: Padre Davide GIGLIOLA  dell’Ordine Carmelitani Scalzi – Comunità di Jaddico – Brindisi

* Interventi

* Conclusioni: S. E. Mons. Domenico CALIANDRO – Arcivescovo di Brindisi – Ostuni

* Preghiera per Brindisi

 

Sacerdote indagato, il Comunicato della Diocesi

BRINDISI - Palazzo del vecchio seminarioARCIDIOCESI di BRINDISI-OSTUNI

COMUNICATO STAMPA

L’Arcivescovo di Brindisi questa mattina ha ricevuto il parroco della città coinvolto in un’indagine giudiziaria che lo vede indagato per reati particolarmente gravi.

A termine del colloquio il parroco ha rassegnato le sue dimissioni dall’incarico, per essere maggiormente libero di seguire il procedimento in corso.

L’Arcivescovo ha accettato le dimissioni, riservandosi nei prossimi giorni di assumere tutte le decisioni del caso per assicurare una nuova guida alla comunità ecclesiale di quella parrocchia.

Egli, inoltre, sempre in mattinata, ha incontrato il Consiglio presbiterale diocesano e, prima di trattare i temi all’ordine del giorno stabilito in precedenza, ha informato i presenti sugli sviluppi di questa vicenda, specificando  che da quando ha assunto la guida della diocesi non gli era pervenuta nessuna denuncia riguardo i fatti su cui si sta indagando.

 Infine ha nuovamente invitato alla preghiera e all’impegno l’intera comunità diocesana perché il male non prevalga e  le comunità cristiane, in cui vi sono tanti sacerdoti generosi e ammirevoli, proseguano con perseveranza il loro cammino.

Brindisi, 30 ottobre 2014

 

Diocesi di Brindisi – COMUNICATO STAMPA DEL 29 OTTOBRE 2014

 

 

Questo il Comunicato Stampa emesso mercoledì 29 ottobre 2014 dalla Arcidiocesi di Brindisi-Ostuni. Pare davvero opportuno l’invito alla preghiera –invito che non dovrebbe essere disatteso- perché “il male non prevalga”:

 

 

 

ARCIDIOCESI di BRINDISI-OSTUNI

COMUNICATO STAMPA

L’Arcivescovo di Brindisi ha appreso con sincero dolore la notizia che un parroco della città è indagato per reati particolarmente gravi. Se i fatti fossero accertati, il primo pensiero sarebbe per chi ha sofferto a causa di comportamenti tanto riprovevoli.

Tutto ciò che lede il bene delle persone è contrario alla missione della Chiesa. Allo stato attuale, tuttavia, il procedimento in corso intende appurare come stanno realmente i fatti e non vi è ancora nulla di certo.

Pertanto l’Arcivescovo, mentre dichiara la sua fiducia nella magistratura e attende l’esito delle indagini, esprime vicinanza anche al sacerdote coinvolto, sapendo che in questa situazione si trova a vivere un momento umanamente assai difficile.

Rivolge, infine, a tutti un invito alla preghiera e all’impegno perché il male non prevalga e  le comunità cristiane, in cui vi sono tanti sacerdoti generosi e ammirevoli, proseguano con perseveranza il loro cammino.

Brindisi, 29 ottobre 2014